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Per la maggior parte dei veronesi, meglio lavorare da casa che in ufficio

È quanto emerge dall'ultima ricerca dell'Osservatorio di Reale Mutua. L'80% degli abitanti di Verona pensa che la smartworking riduca lo stress e dia il vantaggio di lavorare in un ambiente confortevole e su misura

Lavorare da casa incide positivamente sulla salute rispetto alla normale vita da ufficio. Lo pensa l'80% degli abitanti di Verona, secondo i quali il cosiddetto smartworking (laddove applicabile) riduce lo stress, permette di convertire il tempo risparmiato dal viaggio in una migliore gestione anche del proprio benessere e dà il vantaggio di lavorare in un ambiente confortevole e su misura.
È il dato che emerge dall'ultima ricerca dell'Osservatorio di Reale Mutua sulla percezione dei veronesi del rapporto tra salute e ambiente di lavoro (indagine Cawi, condotta dall'istituto di ricerca Nextplora su un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d'età, sesso ed area geografica).

L'attività lavorativa, infatti, può condizionare in vario grado la salute dei lavoratori. In ufficio, il principale fattore di rischio, a detta di quasi un abitante di Verona su due (44%), è lo stress, con tutti i suoi possibili effetti sul benessere fisico e mentale. Seguono la postura (22%) e la sedentarietà (20%), mentre solo il 9% si dice preoccupato dalle possibili conseguenze sulla vista.
In un ambiente come la fabbrica, o comunque per chi svolge un'attività più fisica, invece, i fattori che incidono maggiormente sulla salute sono l'eventualità di cadute e infortuni (31%), il contatto, o l’esposizione, a sostanze chimiche potenzialmente nocive (25%) e i pericoli connessi al sollevamento di pesi e alla movimentazione di carichi (24%).

Ma che cosa porta ad "ammalarsi" di lavoro? Per quasi un veronese su due (45%), la prima causa è rappresentata dalle pressioni e scadenze lavorative che possono indurre a comportamenti impropri e pericolosi, seguite dalla sottovalutazione dei rischi (44%) e dall'inadeguatezza dell'ambiente di lavoro (35%). Per un ulteriore 20%, invece, la ragione risiede nella scarsa informazione in materia di sicurezza e salute fornita dal datore.

L'azienda stessa, tuttavia, può fare la sua parte e prendersi cura della salute e del benessere dei dipendenti. I veronesi hanno le idee chiare: in ufficio, i principali desiderata sono postazioni ergonomiche (53%), la possibilità di usufruire di abbonamenti a palestre e centri fitness (42%), una polizza sanitaria (35%) e incontri con uno psicologo del lavoro (9%).
In fabbrica, invece, il datore, secondo gli intervistati, deve garantire il rispetto delle normative (75%), fornire strumenti e dispositivi di lavoro idonei ai dipendenti (65%) e mettere a disposizione check up mirati per il controllo e la prevenzione di possibili patologie (36%).

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