Lupi, il Veneto sperimenta il radiocollare. Coinvolta anche la Lessinia
Inizialmente saranno catturati al massimo 10 esemplari a cui sarà attaccato un dispositivo di geolocalizzazione, utile anche per segnalarne la vicinanza ad alcuni allevamenti
Radiocollare in arrivo per i lupi presenti nelle aree comprese tra Lessinia, Monte Carega e Altopiano di Asiago. È quanto ha annunciato oggi, 25 luglio, l'assessore regionale all'agricoltura Giuseppe Pan, al tavolo regionale per la gestione del lupo e dei grandi carnivori, convocato a Venezia.
La cattura di alcuni esemplari e la loro geolocalizzazione mediante radiocollare permanente è la nuova proposta presentata dalla Regione Veneto, e già approvato in via preliminare dal Ministero dell'ambiente e dall'Ispra, per una gestione proattiva dell'animale carnivoro che da qualche anno ha ripopolato l'area montana del Veneto. Potranno essere catturati e anestetizzati fino a 10 esemplari tra la metà dell’estate e sino alla fine dell'inverno, al fine di dotarli di collari per monitorarne con precisione abitudini di vita, spostamenti e attività.
Si tratta della prima esperienza in Europa dell'utilizzo della telemetria per la mitigazione del conflitto tra uomo e lupo - ha detto l'assessore Pan - I sistemi di cattura e di immobilizzazione farmacologica sono già stati sperimentati con successo in Toscana e nel parco della Maiella. Ora, grazie al supporto scientifico del dipartimento di medicina veterinaria dell'università di Sassari e alla collaborazione tra polizia provinciale, personale della Regione, personale del Parco e carabinieri forestali, sarà possibile gestire un progetto di stretto monitoraggio degli spostamenti, di conoscenza dettagliata della consistenza e delle attività dei branchi, ma soprattutto di allerta agli allevatori: quando il lupo si avvicinerà alle aree di allevamento e di pascolo scatteranno barriere virtuali e segnali di allerta in modo da avvisare l'allevatore e da scoraggiare il predatore con luci stroboscopiche e avvisi acustici.
L'utilizzo congiunto di videotrappole, sistemi di rilevazione telemetrica e di analisi genetiche saranno determinanti per consentire di intervenire prontamente. "L'obiettivo - ha detto l'assessore - è superare una gestione meramente passiva dei danni inferti con le predazioni e sposare invece un nuovo approccio, proattivo, di gestione del conflitto e quindi della convivenza tra zootecnìa e presenza del lupo".
Il progetto - conclude Pan - servirà anche per lo studio scientifico e la mappatura genetica dei branchi favorendo una migliore conoscenza della specie in un territorio che, nel secolo scorso, ha perso confidenza con la presenza del lupo e si trova impreparato a difendere il proprio patrimonio zootecnico. La mappatura genetica servirà anche ad individuare eventuali esemplari ibridi e a favorirne la cattura. Per la realizzazione del progetto si preventiva una spesa di circa 150mila euro nell'arco del biennio.