rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Attualità

Nell'anno del Covid, il teatro veronese registra 60 mila spettatori tra live e online

«Abbiamo continuato a produrre spettacoli e a far lavorare il settore con le nuove regole, in un anno che all’improvviso ha cambiato tutto bloccando i cartelloni», ha spiegato l’assessore alla Cultura del Comune di Verona Francesca Briani

Ben 32 produzioni originali e 60 mila spettatori, tra le presenze dal vivo e le interazioni online. Ma anche l’avvio di un’unica grande cabina di regia con le più importanti realtà teatrali regionali. Nell’anno del Covid, di lockdown e chiusure, a Verona le parole d’ordine sono state non fermarsi e innovare, per un cambio di registro soprattutto nel settore spettacoli, uno dei più penalizzati dalla pandemia. Il 2020, primo anno della direzione artistica di Carlo Mangolini, ha acceso la sperimentazione a 360 gradi, anche con i grandi classici e Shakespeare, portati in scena con modalità completamente nuove, dal monologo al dj set. E un target, di artisti e spettatori, sempre più giovane.

I NUMERI - Un punto di non ritorno per il Comune di Verona che, con 9 produzioni teatrali durante l’estate, 2 videoproduzioni originali e 21 podcast inediti, si è confermato la prima realtà di produzione di spettacoli in città, dal vivo e ora anche sul web. Sono stati 20.750 gli spettatori in sala per le programmazioni del Grande Teatro e dell’Altro Teatro in modalità dal vivo prima del lockdown, 28 mila i contatti registrati con le produzioni sul web e 10 mila i biglietti staccati durante l’estate. Un’unica supervisione, quella del Comune, per grandi rassegne: Estate Teatrale Veronese al Teatro Romano, Grande Teatro al Nuovo, L’Altro Teatro al Camploy e Passione Teatro con tutte le compagnie amatoriali scaligere. E per la prima volta, attorno ad un unico tavolo, l’assessorato alla Cultura ha riunito le più importanti realtà del Veneto: Teatro Stabile, Circuito Arteven e Fondazione Atlantide. Oltre ad aver messo in rete le compagnie teatrali e aver allacciato nuove relazioni internazionali per il triennio 2022-2024, con Royal Shakespeare Company, Shakespeare’s Globe, ma anche Schaubühne di Berlino, con l’Agenzia Spagnola Artrepublic e con il Turkish State Theaters.

NON FERMARE IL COMPARTO - L'obiettivo era quello di far lavorare gli addetti di teatro, spettacolo e cultura anche a sipari abbassati. Da giugno a ottobre 2020, Verona ha registrato solo con l’Estate Teatrale il 3 % tutto il pubblico italiano. Il festival al Teatro Romano, infatti, è stato uno dei primi a partire. In tempi record, con un cartellone di prosa, musica e danza e artisti del panorama italiano, a poche settimane dalla decisione del Governo di far ricominciare gli spettacoli dal vivo. E ad ottobre il Camploy aveva già rialzato il sipario e registrato il tutto esaurito per MacBettu, l’unico spettacolo andato in scena prima della nuova chiusura. Parallelamente è stato acceso lo streaming, in primavera con le pillole del direttore e i consigli teatrali, in inverno con podcast e video su Dante e il Concerto di Natale. Questi ultimi in meno di un mese sono già arrivati a 28 mila spettatori. Così come sono stati potenziati tutte le piattaforme social, youtube, facebook, instagram e twitter, con interviste agli artisti, trailer degli spettacoli, foto, articoli e recensioni.

Giovedì mattina, l’assessore alla Cultura Francesca Briani e il direttore artistico degli spettacoli del Comune di Verona Carlo Mangolini hanno ripercorso il lavoro fatto durante l’ultimo anno e gli importanti cambiamenti messi in atto.

«Abbiamo continuato a produrre spettacoli e a far lavorare il settore con le nuove regole, in un anno che all’improvviso ha cambiato tutto bloccando i cartelloni – ha spiegato Briani -. Non abbiamo accettato di fermarci e abbiamo voluto cogliere l’opportunità di sperimentare e innovare uno dei settori in cui Verona è protagonista assoluta e il Comune primo produttore di spettacoli. L’abbiamo fatto in condizioni del tutto eccezionali, con nuove regole, parametri e sfruttando la tecnologia. Adattandoci agli scenari in continuo mutamento, con nuove idee e progetti. Abbiamo posto le basi per nuove collaborazioni che andremo a sviluppare non appena sarà possibile. Uno sforzo fatto anche per sostenere tutti i lavoratori di questo comparto, fortemente penalizzato. Ringrazio il direttore Mangolini per il grande impegno e la volontà di fare continuamente squadra, affinchè il Comune continui ad essere propulsore culturale».

«Elasticità, capacità di adeguarsi ad uno scenario in continuo mutamento e grande sperimentazione, questo ha contraddistinto l’anno appena trascorso – ha aggiunto Mangolini -. Nonostante uno scenario del tutto nuovo e con forti limitazioni, ci siamo fatti trovare pronti, trasformando i limiti in opportunità. La modalità Covid in cui ci siamo trovati a lavorare ci ha permesso di operare, sia in termini di approccio progettuale, sia nella sperimentazione dei contenuti, sia per i tempi di lavoro, prima dilatati e poi improvvisamente accelerati, in modo del tutto inedito, consolidando rapporti e partnership e lavorando anche sui possibili sviluppi futuri delle nostre più importanti rassegne. Non ci siamo mai fermati, anzi, quando è stato possibile abbiamo alzato il sipario in tempi record. Ora vogliamo dare il via ad una logica di sistema, con le realtà regionali, per essere pronti a rilanciare il settore spettacoli non appena si potrà ripartire».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Nell'anno del Covid, il teatro veronese registra 60 mila spettatori tra live e online

VeronaSera è in caricamento