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«È possibile realizzare la TAV senza demolire Ancap e i suoi capannoni»

A spiegare questa possibile soluzione per il tratto Alta velocità Sommacampagna/Sona, sono il Senatore del Partito Democratico Vincenzo D'Arienzo ed il vicesindaco di Sommacampagna Giandomenico Allegri

«È possibile realizzare l'alta velocità nel tratto Sommacampagna/Sona senza abbattere la società di produzione porcellana Ancap». Così il Senatore del Partito Democratico Vincenzo D'Arienzo, capogruppo nella Commissione Infrastrutture del Senato, ed il vicesindaco di Sommacampagna Giandomenico Allegri, Comune in cui Ancap ha sede.

Il tema è noto. Il progetto in essere prevede il posizionamento dei binari esattamente sopra una parte dei capannoni dell'azienda, ragion per cui con due delibere CIPE era stato deciso lo spostamento in un'altra area idonea che la proprietà aveva già individuato accanto al centro commerciale della Grande Mela.
«Al consorzio Cepav 2 - ricorda D'Arienzo - era stato affidato lo spostamento e, per questa ragione, lo stesso consorzio ha provveduto alla stesura dei contratti con la Ancap per definire progetti e acquisti, nonché a svolgere le pratiche burocratiche con il Comune di Sona».

In questa partita sia Cepav 2 che Ancap si sono impegnate sul tema, favorendo ogni soluzione che potesse consentire la continuità aziendale e la realizzazione di questa importante infrastruttura.

Però, il quadro definito con le delibere CIPE, che sembravano aver chiuso il cerchio, si è complicato a causa di importanti aspetti fiscali che avrebbero un peso rilevante per l’azienda.
Lo stesso impegno di Cepav rischia di essere ininfluente sul risultato che è quello di realizzare la TAV.
Sono emerse, pertanto, due necessità da salvaguardare: la continuità aziendale, e quindi i posti di lavoro, e lo sviluppo dell'alta velocità, che porta con sé fattori di crescita.

«In merito, con l'Amministrazione di Sommacampagna e in collaborazione con quella di Sona, abbiamo valutato tutti gli scenari in modo da perseguire i due obiettivi nel miglior modo possibile», ha detto D'Arienzo, seguito poi da Allegri: «La domanda principale era se, a questo punto, c'erano possibilità alternative, ovvero se era fattibile il transito dei treni ad alta velocità in quella zona senza coinvolgere Ancap. Ho chiesto quindi al senatore D’Arienzo, in accordo con sindaco Gianluigi Mazzi di Sona, di poter capire se esistevano scenari alternativi. La risposta che mi è stata data dal Senatore D'Arienzo è sì»

«La rilevante novità è emersa da un confronto con gli esperti di Rete Ferroviaria Italiana - afferma il Senatore del PD -. In pratica, è possibile utilizzare lo stesso sedime ferroviario esistente per creare una piccola deviazione nell'ambito della quale si possano sia costruire i binari dedicati all'alta velocità sia spostare l'attuale linea storica. Il tutto senza ulteriori espropri e senza più demolire Ancap».

«Intendiamo - ha proseguito il vicesindaco Allegri - perseguire la nuova ipotesi, che avevamo prospettato e caldeggiato anche nel passato, in collaborazione con il sindaco di Sona, considerate le difficoltà che erano emerse e le preoccupazioni per la prosecuzione delle attività produttive. Per questa ragione auspichiamo da subito un confronto fra Cepav 2 e l’azienda in modo da consentire alla stessa una prospettiva di rilancio dopo anni di attesa di decisioni sovraordinate che hanno limitato la possibilità di investimento». Il sindaco Gianluigi Mazzi, fanno sapere i dem, auspica una soluzione rapida e di tutela per azienda e dipendenti.

«A questo punto - conclude D'Arienzo - credo non sia neanche necessario modificare il quadro normativo esistente. Infatti, lo spostamento di Ancap era lo strumento strettamente collegato, ovvero la subordinata, alla realizzazione della TAV che è, pertanto, la ragione principale.
Se questa può essere comunque realizzata anche senza spostare l'opificio, quell'esigenza viene totalmente meno.
Una buona notizia per Verona perché consente di riprendere velocemente progetti e iniziative volte alla più rapida realizzazione della tratta, tenendo conto di definirla entro le olimpiadi del 2026».

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