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Tassa di soggiorno, Verona è la decima città italiana per soldi incassati

Lo rende noto la settima edizione dell'indagine sull'imposta di soggiorno realizzata dal centro studi di Federalberghi con la collaborazione di Nmtc

È stata resa nota oggi, 3 maggio, la settima edizione dell'indagine sull'imposta di soggiorno realizzata dal centro studi di Federalberghi con la collaborazione di Nmtc.
Sono 1.020 i comuni italiani che a maggio 2019 applicano l'imposta di soggiorno o la tassa di sbarco (23). Tali comuni sono il 13% dei 7.915 municipi italiani, ma ospitano il 75% dei pernottamenti registrati ogni anno in Italia.
Il Governo nazionale non ha mai adottato un regolamento quadro per fissare i principi generali per l'imposta di soggiorno. In assenza di una regola, i comuni si sono mossi in ordine sparso, generando un quadro confuso. Ad esempio, una famiglia di tre persone (padre, madre e figlio undicenne) che soggiorna in un albergo a tre stelle per due giorni, a Roma paga 24 euro per imposta di soggiorno, a Venezia 17,40 euro, a Rimini 12 euro, a Catanzaro 7,80 euro e a Bibione 6,30 euro.

Nel 2017 (ultimo anno per il quale sono disponibili i dati ufficiali), i comuni italiani hanno incassato circa 470 milioni di euro a titolo di imposta di soggiorno e imposta di sbarco. Il dato è in progressivo aumento: il gettito nazionale accertato era di circa 162 milioni di euro nel 2012 e 403 milioni nel 2015. Per il 2019, si può stimare un introito di oltre 600 milioni di euro. Il trend è generato sia dalla costante crescita del numero di comuni che applicano l'imposta, sia dai cospicui aumenti delle tariffe.
La città con il maggior gettito è stata Roma, con un incasso pari a 130 milioni, il 27,7% del totale. L'incasso delle prime quattro (Roma, Milano, Venezia e Firenze) è superiore a 240 milioni, oltre il 58% del totale nazionale. Il peso delle grandi città, dunque, si fa sentire.
Il Veneto è la seconda regione in Italia per soldi incassati con la tassa di soggiorno, dopo il Lazio. Il capoluogo regionale è al terzo posto assoluto tra le città con maggiori introiti da questa imposta, mentre Verona è al secondo posto nella classifica regionale ed è decima in quella nazionale. Il capoluogo scaligero nel 2017 avrebbe infatti incassato 3.213.122 euro.

L'indagine di Federalberghi è stata diffusa oggi, giorno di apertura della 69esima assemblea generale dell'associazione di rappresentanza degli albergatori. E nel mostrare i dati dell'analisi, il presidente Bernabò Bocca ha espresso una valutazione negativa sulla tassa di soggiorno.

A quasi dieci anni dalla reintroduzione del tributo - ha detto Bocca - dobbiamo purtroppo constatare di essere stati facili profeti. La tassa viene introdotta quasi sempre senza concertare la destinazione del gettito e senza rendere conto del suo effettivo utilizzo. Qualcuno racconta la storiella dell'imposta di scopo, destinata a finanziare azioni in favore del turismo. In realtà è una tassa sul turismo, il cui unico fine sembra essere quello di tappare i buchi dei bilanci comunali.
Negli ultimi tempi il quadro si è aggravato per effetto di un apparato sanzionatorio paradossale, che noi chiediamo di modificare, che tratta allo stesso modo chi si appropria indebitamente delle risorse e chi sbaglia i conti per pochi euro. Inoltre, non è tollerabile il far west che si registra nel settore delle locazioni brevi.

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