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UniVR. In calo i fumatori in Europa: il 43% dice addio alla nicotina

È quanto emerge dallo studio “Time and age trends in smoking cessation”, al quale hanno partecipato i ricercatori della Sezione di Epidemiologia e Statistica Medica del dipartimento di Diagnostica e Sanità Pubblica dell’università di Verona

Il 43% di 50 mila fumatori europei tra i 16 e i 60 anni ha smesso di fumare tra il 1980 e il 2010. Per gli under 40 si è passati da 20 su 1000 fumatori in meno l’anno, nel decennio 1980-1990, a 40 su 1000 tra il 2000-2010. Chi ha cominciato a fumare tra gli 11 e i 15 anni ha una probabilità di successo inferiore del 5-15%.
È quanto emerge dalla ricerca “Time and age trends in smoking cessation” condotta da un team di scienziati internazionali su fumatori provenienti da 17 Paesi europei e pubblicata PLOS ONE. Tra gli autori dello studio i ricercatori della Sezione di Epidemiologia e Statistica Medica, coordinata da Giuseppe Verlato, del dipartimento di Diagnostica e Sanità Pubblica dell’università di Verona. Lo studio rientra nell’ambito del progetto Alec, Ageing lungs in european cohorts, coordinato dall’Imperial College di Londra ed è finanziato dall’Unione europea attraverso il bando Horizon 2020.

«I nostri risultati - spiegano i ricercatori dell’ateneo scaligero coordinati da Simone Accordini nel gruppo di lavoro Alec - indicano che in Europa c’è una consapevolezza crescente degli effetti nocivi del fumo, che si concretizza con un aumento dei tassi di cessazione soprattutto in gravidanza. Della nostra ricerca è emerso che nelle donne si osserva un picco di cessazione dal fumo attorno ai 30 anni, probabilmente dovuto alla decisione di smettere di conseguenza alla prima gravidanza. Questo picco, pari a 50 fumatrici su 1000 che smettono ogni anno in Sud Europa (e 80 su 1000 in Nord Europa), tende infatti a coincidere con l’età media della prima gravidanza nelle diverse regioni europee considerate (26-27 anni in Est Europa, 30-31 in Europa del Sud). Questo indica che proteggere il bambino durante la gravidanza è la motivazione più forte nella decisione di smettere di fumare per le donne».

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Secondo gli scienziati le differenze sono notevoli non solo tra le cittadine ma anche tra i cittadini delle diverse regioni del nostro continente ed evidenziano un ritardo dell’Europa del Sud rispetto al Nord Europa: nell'area settentrionale (Scandinavia e Regno unito), ogni anno, 50 fumatori su 1000 smettono di fumare mentre nei Paesi del Sud (Italia, Spagna, Portogallo), dell’Est e dell’Ovest Europa, sono solo 30 su 1000.

«Serve, quindi - commenta Alessandro Marcon, tra gli autori dello studio - mettere in atto politiche più efficaci per ridurre ulteriormente il numero di fumatori in Italia e nel Sud Europa. Occorre inoltre aumentare gli sforzi per diminuire l’accesso al fumo nei più giovani, visto che, da quanto emerge dalle nostre ricerche, iniziare a fumare durante la prima adolescenza porta a sviluppare una dipendenza dal tabacco più forte. Questo risultato è ancora più preoccupante alla luce di altre evidenze scientifiche emerse di recente da altri studi del nostro gruppo, che hanno mostrato, negli ultimi decenni, un aumento dei fumatori tra gli 11 e i 15 anni (Marcon et al. 2018). Lavori che hanno, inoltre, evidenziato che iniziare a fumare prima dei quindici anni di età si associa a un possibile danno epigenetico alla linea germinale che può essere trasmesso ai figli, aumentando il rischio di asma nelle future generazioni (Accordini et al. 2018)».

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