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Beni culturali, Soprintendenza di Verona e Adsi verso una strategia comune

È quanto emerge dal ciclo di convegni "Il valore del bene culturale" organizzati dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza con Associazione Dimore Storiche Italiane

Si va dall’importanza dello sviluppo di una cultura del valore del bene culturale fino all’essenziale collaborazione tra pubblico e privato per creare un tessuto sociale, culturale ed economico capace di rendere i nostri territori sempre più attrattivi dal punto di vista turistico ed economico. È quanto emerge dal ciclo di convegni "Il valore del bene culturale" organizzati dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza con Associazione Dimore Storiche Italiane.

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Nell'ultimo appuntamento sono intervenuti il soprintendente Vincenzo Tinè, l'assessore all'urbanistica del Comune di Verona Ilaria Segala, il vicecapo di gabinetto Mic Floriana Venera Di Mauro, il presidente di Adsi (Associazione Dimore Storiche Italiane) Giacomo di Thiene, il presidente dell'Istituto Italiano dei Castelli sezione Veneto Fiorenzo Meneghelli, il presidente dell'Ordine degli architetti pianificatori paesaggisti conservatori di Verona Matteo Faustini, Bruno Nichetti dello Studio Legale Moschetti e Fabio Marchetti, docente Luiss Guido Carli, introdotti e moderati da Giulio Gidoni, presidente Adsi Veneto.
«Ben vengano - ha detto Tiné - le attività di impresa che diano la possibilità di dare nuova vita, valorizzare e far fruire un bene da tutti. Prima di porsi il problema delle spese a carico dello Stato circa la manutenzione dei beni privati occorre chiarire bene cosa si intende per "aprire al pubblico" e mettere d’accordo su questo tema proprietari e ministero».
D'altronde «molto del patrimonio privato - ha affermato Giacomo di Thiene - è già aperto al pubblico. Occorre incentivare il patrimonio culturale non tanto guardando a chi lo possiede, ma concentrandosi cosa il suo progetto può portare alla società, valorizzando l’imprenditore privato come risorsa». Per di Thiene questi beni culturali «sono una delle principali risorse sostenibili del nostro Paese nel lungo termine, ridefinendo una nuova centralità delle soprintendenze affinché possano semplificare le procedure senza venire meno alle esigenze di tutela».
Floriana Di Mauro, del Ministero della Cultura, ha illustrato con precisone le strategie e gli obiettivi del Pnrr evidenziando non solo possibilità previste per i privati ma sopratutto le forme di collaborazione pubblico-privato.
Bruno Nichetti ha riportato le agevolazioni fiscali previste per gli interventi di restauro sugli immobili vincolati e Fabio Marchetti, dopo una prima analisi delle spese sostenute dallo Stato per il patrimonio culturale pubblico e privato, ha avanzato la proposta: prevedere un incremento dal 50% al 100% del credito d’imposta sulle spese rimaste a carico dei proprietari; rifinanziare tale disposizione con fondi allineati alla spesa stimata per l’Art Bonus per il biennio 2022/2023; prevedere che, laddove l’Art Bonus dovesse incrementarsi, su proposta del Ministero potrà essere incrementato anche il fondo destinato alle opere di manutenzione e valorizzazione dei beni storico-culturali privati.
«Abbiamo bisogno - ha detto Fiorenzo Meneghelli - di una visione organica in cui idee, norme e conoscenze possano convivere insieme».
Senza dubbio ha concluso Giulio Gidoni, Presidente Adsi Veneto, i beni culturali sono un "contenitore" al quale si dà «scarsa importanza anche se proprio questo contenitore ha la capacità di identificare il territorio in maniera visibile, costante e fissa».

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