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Attualità Roverè Veronese / Piazza Vittorio Emanuele

«Se non puoi sedurla...puoi sedarla», le scuse del vicesindaco. Ma c'è chi chiede le dimissioni

Dure critiche da parte della deputata dem Alessia Rotta: «Questa si chiama istigazione allo stupro. Si dimetta al più presto». Il vicesindaco: «Chiedo scusa a tutti pubblicamente. Rispetto le donne e le scuse doppie le faccio alla mia compagna e a mia madre»

«Se non puoi sedurla...», scritto sul fronte a caratteri bianchi su fondo rosso e «...puoi sedarla» campeggiante sul retro. Questo il contestato messaggio che è stato possibile leggere sulla t-shirt indossata dal vicesindaco del Comune di Roverè Veronese Loris Corradi, durante una serata della festa grande Santa Viola a Grezzana. Il video che ritraeva il vicesindaco sul palco, a fianco della presentatrice della festa durante l'estrazione dei numeri della lotteria, era ancora visibile fino a ieri proprio sulla pagina Facebook della festa Santa Viola. Oggi non più.

Le accuse di Alessia Rotta: «È istigazione allo stupro, si dimetta»

Oggi, dopo che il vespaio di polemiche ha raggiunto le colonne di quotidiani e siti d'informazione nazionali, vi è chi del vicesindaco di Roverè chiede le dimissioni: «Questa si chiama istigazione allo stupro. - incalza senza giri di parole la deputata veronese Pd Alessia Rotta - E il protagonista di questa ignobile vicenda è il vicesindaco di Roverè in provincia di Verona, che non ha avuto nessuna remora ad indossare una maglietta che ha la scritta: "Se non puoi sedurla...puoi sedarla". Eletto in una amministrazione sostenuta dalla Lega, trova spiritoso ipotizzare di narcotizzare una donna che rifiuta la sua corte per averla. Si dimetta al più presto - conclude la dem Alessia Rotta - e chieda scusa».

Le scuse pubbliche del vicesindaco di Roverè Veronese

Le scuse del giorno dopo, a onor del vero, non si sono fatte attendere. Il vicesindaco di Roverè Veronese le ha infatti affidate ad un messaggio pubblicato quest'oggi sulla versione cartacea dal quotidiano L'Arena e che riportiamo di seguito nella sua interezza:

«Ho appreso con dispiacere la versione del fatto (ormai noto) da parte di una platea contrariata e offesa per una scritta goliardica sulla maglietta da me indossata.

Preciso che ho lavorato come volontario alle "Festa di Santa Viola" nel Comune di Grezzana e, per motivi logistici, mi sono trasferito a casa dei genitori della mia compagna. Ho preparato una borsa piena di vecchie magliette da buttare senza doverle lavare.

Ero ai fornelli intento alla friggitura delle patatine quando mi sento chiamare dagli organizzatori della lotteria per testimoniare, come pubblico ufficiale, della regolarità delle estrazioni, in quanto la persona preposta a farlo, a causa di un imprevisto, aveva abbandonato la manifestazione qualche minuto prima, lasciando gli organizzatori impreparati. Mi sono tolto il grembiule e sono salito sul palco senza nemmeno pensare alla maglietta che indossavo e tantomeno a quella scritta.

Chiedo scusa pubblicamente a tutti per il tono offensivo e provocatorio di quanto riportato sulla stessa. Rispetto le donne e le scuse doppie le faccio alla mia compagna e a mia madre, da cui ho ricevuto l’insegnamento del rispetto innanzi tutto. Per dovere d’informazione non sono iscritto alla Lega».

fonte: L'Arena

Lega, Fratelli d'Italia, entrambi, o nessun di loro?

In merito alla presunta appartenenza del vicesindaco di Roverè Veronese alla Lega, lo stesso ufficio stampa del partito aveva divulgato nelle scorse ore una nota di precisazione nella quale si specificava che «Loris Corradi non è tesserato Lega, ma è un esponente di Fratelli d'Italia di cui è anche stato nominato coordinatore locale del partito nel 2018». La circostanza è stata dunque rilevata anche dalla sezione veronese di Potere al Popolo che, inizialmente, aveva puntato il dito contro la Lega. Facendo sapere dunque di riconoscere la legittima precisazione, Potere al Popolo - Verona, in una nuova nota, non manca però di aggiungere anche che il vicesindaco di Roverè «il suo ruolo lo riveste in una giunta a maggioranza leghista. La prima cosa che dovrebbe fare la Lega - prosegue la nota di Potere al Popolo - è allora pretendere le dimissioni del vice sindaco». 

Il Comune di Roverè Veronese risulta in effetti guidato dal sindaco Alessandra Caterina Ravelli, eletta nelle consultazioni amministrative del 5 maggio 2016 con la lista civica Beni Comuni che, come si leggeva in un articolo datato martedì 7 giugno 2016 de L'Arena, avrebbe avuto «il sostegno della Lega Nord». Una circostanza che verrebbe confermata anzitutto dalla presenza del simbolo della Lega Nord a fianco di quello della lista civica Beni Comuni nel simbolo elettorale "Ravelli Sindaco" che, tutt'oggi, è ancora visibile sul sito del ministero dell'Interno alla pagina che certifica il risultato elettorale dello scorso 5 giugno 2016.

Come già specificato ieri, il vicesindaco di Roverè Veronese avrebbe in seguito dato vita, nel febbraio 2018, al «primo circolo in Lessinia di Fratelli d'Italia» (in alcune foto pubblicate su Facebook dalla sezione veronese di FdI lo si vede per l'appunto reggere la bandiera di partito, in piedi alla sinistra del Presidente del Consiglio comunale di Verona Ciro Maschio, ad ora anche deputato per l'appunto di Fratelli d'Italia) e, dunque, parrebbe altrettanto corretto non considerarlo oggi direttamente espressione della Lega. Va notato che, nel suo messaggio di scuse, il vicesindaco di Roverè specifica «per dovere d'informazione» di non essere iscritto alla Lega, ma al contempo non afferma nemmeno di essere iscritto a Fratelli d'Italia. È davvero quest'ultimo il partito di riferimento oggi, sabato 24 agosto 2019, del vicesindaco di Roverè Veronese? Difficile se non impossibile certificarlo, ma se così fosse sarebbe lecito aspettarsi allora dal partito di Giorgia Meloni quella presa di distanza dal gesto del vicesindaco di Roverè che in molti invocavano, a torto o a ragione, dal partito di Matteo Salvini. Così come sarebbe altrettanto lecito aspettarsi una presa di posizione, in un senso o nell'altro, da parte della prima cittadina di Roverè Veronese Alessandra Caterina Ravelli che, tuttavia, finora pare essere rimasta silenziosa.

Comune Roverè Veronese - fonti web

La petizione per chiedere le dimissioni: «La t-shirt è un insulto per tutte le vittime di stupro»

Chi invece pare non aver nessuna intenzione di tacere sull'argomento è l'avvocato Michela Nacca, presidente dell'associazione Maison Antigone che pubblicamente denuncia: «Abbiamo subito ricevuto tantissime segnalazioni dai nostri lettori e followers ed abbiamo sentito la necessità di dare immediatamente un segnale di dissenso forte e deciso. Per questo - spiega Michela Nacca - abbiamo lanciato una petizione sul sito change.org al fine di ottenere le dimissioni di Corradi dal proprio ruolo istituzionale».

«In un Paese nel quale la violenza contro le donne rappresenta una grave emergenza sociale, - si legge ancora nella nota divulgata dall'associazione Maison Antigone - è inaccettabile qualunque riferimento scherzoso a ciò che, per moltissime donne, è un dramma inenarrabile! Chi è impegnato in prima linea contro la barbarie dello stupro e qualunque altra forma di violenza contro le donne, non può tacere dinanzi a tanta sfrontatezza. Se addirittura un vicesindaco si sente libero di esporre pubblicamente un pensiero così violento, - prosegue la nota di Maison Antigone - dobbiamo seriamente interrogarci su cosa stia minando la nostra società, su cosa stia rendendo molti di noi tanto superficiali. Non possiamo accettare nessuna scusa: quella t-shirt è un insulto per tutte le vittime di stupro e per tutte le persone sensibili di questo Paese».

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