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Fondoschiena di una donna per pubblicizzare la palestra: è polemica

Sono state le Donne Democratiche ad annunciare di aver segnalato il cartellone allo Iap, l’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria, e chiedendo così un provvedimento

Come Donne Democratiche abbiamo provveduto a segnalare allo Iap, l’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria, il cartellone pubblicitario della palestra di Vago di Lavagno che illustra i suoi servizi attraverso il fondoschiena di una donna in costume, accompagnandolo con uno slogan quanto mai esplicito.
Ci attendiamo che, come ha fatto altre volte in passato, l’Istituto intervenga rapidamente per censurare tale bestialità che è seconda soltanto alle spiegazioni rilasciate dal titolare della palestra.

Così recita una nota diffusa dalle Donne Democratiche, alla notizia di un cartellone pubblicitario di una palesta di Vago di Lavagno che nei giorni scorsi ha sollevato alcune polemiche. Sul camion vela che promuoveva l'Olympia Fitness Club, era presente infatti il sedere di una donna coperto da slip neri e un timbro sulla natica destra con scritto "100% palestra", il tutto accompagnato dalla frase: "Vi facciamo un c... così". 
Sulle pagine della stampa locale, il proprietario ha cercato di giustificare la scelta definendola anche una "pubblicità innocente, ma questo è bastato a stemperare gli animi e le Dem hanno messo nel mirino anche una pubblicità apparsa su un quotidiano sportivo. 

Sappiamo per esperienza che i fautori della mercificazione femminile sono recidivi. Su Tutto Sport di Torino è recentemente tornato alla carica Cristanini, veronese titolare di una azienda di prodotti per l’ambiente, che pubblicizza le sue idropulitrici facendole manovrare da donne in bikini e tacchi a spillo. A Verona quella pubblicità era stata messa la bando già nel 2016 grazie ad una segnalazione del movimento Senonoraquando. Tale precedente sarà d’aiuto alle donne torinesi che hanno già preso contatto con noi.
Anche per questo diciamo che è necessario mantenere alta l’attenzione: non ci si può poi lamentare della violenza sulle donne se prima non si lotta contro le stereotipo della donna-oggetto.

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