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Nuove scoperte dall'Università di Verona per la rara malattia di Behcet

Ricercatori dell'ateneo scaligero e di quello di Genova hanno dimostrato che la malattia è autoimmune e che alcune molecole regolatrici del nostro genoma ne controllano il decorso clinico e la riacutizzazione

È una malattia rara, ma non per questo merita minore attenzione. È la sindrome di Behcet, che si stima in Italia possa colpire circa 5 soggetti ogni due milioni di abitanti. È un'infiammazione che provoca frequenti ulcere orali e genitali, oltre che l'uveite, ma colpisce anche le articolazioni, la pelle, il sistema nervoso centrale e il tratto gastrointestinale. La sua origine è ancora oggi sconosciuta, ma grazie ai ricercatori delle università di Genova e Verona è stato fatto un passo avanti nella conoscenza di questa malattia.

Sono stati pubblicati sulla rivista "Journal of Immunologic Research" due lavori dei due gruppi di ricerca che dimostrano che la malattia di Behcet è una malattia autoimmune e che alcune molecole regolatrici del nostro genoma controllano il decorso clinico della malattia e le fasi di riacutizzazione.

Attraverso un'approfondita analisi genetica condotta su 540mila geni umani abbiamo dimostrato che la malattia di Behcet ha un'origine autoimmune, confermata dalla presenza nei pazienti studiati di una sottopopolazione di linfociti, detti TH17, e di marcatori sierologici, tipici dell'autoimmunità - hanno spiegato i ricercatori - In più abbiamo identificato, nel genoma dei soggetti con Behcet, delle molecole che sono i principali regolatori dei diversi aspetti della malattia.

Questi studi forniscono nuove conoscenze su una sindrome di cui si sa ancora molto poco e possono essere la base di partenza per nuove strategie di cura.

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