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Martedì, 23 Aprile 2024
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Due giorni di sciopero dei penalisti veronesi contro lo "Spazzacorrotti"

Il motivo della contestazione è soprattutto la prevista sospensione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado

Continua la protesta degli avvocati penalisti contro il cosiddetto "Spazzacorrotti", disegno di legge in materia di reati contro la pubblica amministrazione. La Camera Penale Veronese ha annunciato lo sciopero per due giorni, il 17 e il 18 dicembre, dopo l'approvazione del disegno di legge al Senato, «nonostante il coro unanime di disapprovazione della comunità dei giuristi italiani», scrivono Claudio Avesani e Lorenzo Ferraresi, presidente e segretario della Camera Penale Veronese.

La protesta continua dopo l'astensione dal lavoro organizzata a novembre, e sempre a novembre si è tenuta una manifestazione nazionale con penalisti e giuristi scesi in piazza a Roma. «Rappresentanti dell'Avvocatura, dell'Accademia e della Magistratura sono stati invitati dalla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati per una serie di audizioni, l'esito unanime delle quali ha evidenziato profili di irrazionalità ed incostituzionalità della riforma», proseguono Avesani e Ferraresi.

Il motivo della contestazione è soprattutto la prevista sospensione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado. Un intervento che però non è stato inserito all'interno di una riforma organica del processo e del diritto penale. 

L'efficienza della giustizia e la garanzia del giusto processo, celebrato e concluso in tempi rapidi e ragionevoli non trova spazio alcuno nella prospettata riforma della prescrizione - concludono il presidente e il segretario della Camera Penale Veronese - Come si può pensare che fermando la prescrizione dopo la sentenza di primo grado i processi, già oggi afflitti da patologica lentezza, si svolgano con celerità nei gradi successivi? Se la pena viene inflitta, all'esito di un processo dalla durata infinita, a moltissimi anni di distanza dai fatti, viene frustrata la funzione rieducativa della pena, che così colpisce una persona divenuta nel frattempo del tutto diversa da quella che ha commesso il reato. Se l'imputato è riconosciuto innocente, avrà subito per un tempo potenzialmente illimitato la pena ingiusta che l'essere sottoposti a un processo penale reca in sé.

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