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Riduzione del Parco della Lessinia: è scontro tra favorevoli e contrari

La lettera firmata da 72 associazioni che hanno espresso la propria preoccupazione sul progetto di legge, è stata duramente attaccata dal consigliere di maggioranza Valdegamberi, a cui ha risposto la collega del PD Bigon

Ennesimo atto di arroganza e il PD ci mette l'avvallo mettendosi ancora una volta contro la volontà espressa democraticamente da un territorio, attraverso il voto dei suoi consigli comunali.

È questa la dura risposta del consigliere Stefano Valdegamberi, alla lettera firmata da 72 associazioni che hanno espresso la propria preoccupazione sulla possibile riduzione del Parco della Lessinia
La proposta di legge è arrivata dallo stesso Valdegamberi, oltre che dai consiglieri Alessandro Montagnoli ed Enrico Corsi, e prevedere la riduzione del 20% dell'area. 

La lettera mandata alla regione contro il disegno di legge presentato da tre consiglieri regionali, compreso il sottoscritto, arriva tardiva e non tiene conto nemmeno del lungo dibattito in seno ai singoli consigli comunali, che hanno proposto le modifiche in oggetto. L'attacco delle associazioni ambientaliste contro la trasformazione da aree silvo pastorali ad aree contigue di alcuni territori del Parco è fatto a gamba tesa e rappresenta, com'è loro stile, un atto di arroganza contro una volontà espressa non dai tre consiglieri regionali ma da tutto il territorio del Parco, rappresentato dai consigli comunali, i primi  organismi democratici portatori della volontà popolare e del pensiero della stragrande maggioranza della popolazione della Lessinia.
Credo che un consiglio comunale della Lessinia abbia maggiore titolo di rappresentare la volontà del territorio di un'associazione Speleologica di Treviso, prendendo uno a caso dei firmatari.
La stragrande maggioranza delle associazioni firmatarie sono fuori dal territorio. Nelle poche del territorio i Presidenti firmatari non hanno nemmeno sentito  il parere dei loro associati che mi stanno telefonando per dissociarsi dall'iniziativa.
A queste istanze  si aggiunge subito la firma politica del movente, il PD, che ha messo in campo  contro la scelta dei comuni della Lessinia e i loro cittadini un convegno, invitando come predicatore il fanatico e pseudo ambientalista da salotto, il consigliere regionale trevigiano Zanoni.

La risposta all'esponente della maggioranza regionale leghista, è arrivata da Anna Maria Bigon, consigliera del Partito Democratico. 

Non capisco con quale autorità il consigliere Valdegamberi possa liquidare sprezzantemente come arroganti le preoccupazioni di associazioni e cittadini sulle modifiche ai confini del Parco della Lessinia. Le aree protette sono un bene di tutti e in Veneto ne abbiamo particolare bisogno. Nel 2018 siamo stati la regione con più cementificata d’Italia e i timori di ulteriori costruzioni non sono certo campati in aria.
L’area tutelata viene ‘tagliata’ del 20%, cancellando i vaj, zone agro-silvo-pastorali, che diventerebbero aree esterne. I Parchi rappresentano opportunità per turismo, economia locale, nuove professioni, ma la Lega vede soltanto i vincoli. Diminuire la percentuale protetta significa diminuire i finanziamenti ricevuti.
È necessario aprire un dibattito il più ampio possibile per discutere delle vere esigenze della Lessinia. Non c’è nessuna arroganza nel temere che questa proposta di legge, anziché risolvere i problemi, ne vada a creare di nuovi. Ed è un dovere della politica ascoltare le preoccupazioni dei cittadini, ben più diffuse di quanto afferma Valdegamberi: l’affollata partecipazione al convegno a cui sono intervenuta pochi giorni fa insieme al collega Andrea Zanoni ne è la perfetta testimonianza. 

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