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Dagli Usa alla Biblioteca Capitolare di Verona per studiare gli antichi manoscritti con analisi multispettrali

All'opera a Verona un team di ricercatori internazionali delle università di Rochester (Usa), Oxford, Sorbona, Monaco e Treviri

Dal 2 al 14 maggio 2022 la Biblioteca Capitolare di Verona ospita un gruppo di ricercatori dalle università di Rochester, Oxford, Sorbona, Monaco e Treviri, legati ai progetti Lazarus Project e EMEL - Early Manuscripts Electronic Library. Un team internazionale di esperti, coordinato dai prof. Gregory Heyworth e Michael Phelps, in cui le competenze informatiche si accompagnano a quelle umanistiche per creare una sinergia di eccellenza da applicare allo studio e al recupero di antichi manoscritti. Grazie a strumenti tecnologicamente avanzati, quali una camera da 150 megapixel e nuovi led a luce fredda, gli scienziati sottopongono i documenti ad accurate indagini multispettrali.

Dall’infrarosso all’ultravioletto, dalla luce diretta a quella riflessa, la strumentazione della MegaVision di Santa Barbara in California produrrà una serie di immagini che successivamente verranno rielaborate a computer. In ciascuna di queste immagini (oltre 40 per ciascun foglio) le varie lunghezze d’onda producono diversi effetti sulla pergamena, sull’inchiostro e sulle altre sostanze di cui le pagine sono state impregnate nel corso dei secoli. In questo modo, fluorescenze, evidenziazioni e schermature permettono di “cancellare” digitalmente macchie ed abrasioni, e di recuperare tratti di scrittura cancellati o usurati, e perciò invisibili ad occhio nudo.

Biblioteca Capitolare Verona analisi manoscritti 2022 003. Alcuni membri del team osservano un palinsesto della Biblioteca-2

Ogni segreto nascosto dalle pagine degli antichi volumi potrà così ritornare alla luce, attraverso la luce stessa e la tecnologia. Questo tipo di tecniche risulta particolarmente preziosa per lo studio dei palinsesti: testi “riutilizzati” in cui sono presenti diversi strati di scrittura sovrapposti. Alcuni dei volumi oggetto delle analisi appartengono proprio a questa tipologia: ad esempio il Codice XL, in cui una riscrittura di Gregorio Magno dell’VIII secolo nasconde preziosissimi frammenti di Euclide, Livio e soprattutto Virgilio (tra le più antiche testimonianze dell’opera del poeta mantovano). Oppure il Codice XV, in cui le lettere di San Girolamo sono state sovrapposte alle “Istituzioni di Gaio”: una raccolta di leggi che ad oggi è l’unica opera al mondo della giurisprudenza romana ad esserci pervenuta nella sua forma originale, priva di manipolazioni successive e perciò di fondamentale importanza per lo studio della materia.

Verranno inoltre studiati il codice LXXXIX, un libro di preghiere proveniente dalla Spagna e giunto sulle rive dell’Adige nel secolo VIII: qui un amanuense vi tracciò il celebre “Indovinello Veronese”, la prima traccia della nascita del volgare italiano custodita proprio in Capitolare. Le indagini si dedicheranno infine ad alcuni documenti in pergamena gravemente danneggiati nel corso dell'alluvione che colpì Verona nel 1882. Una sorta di “restauro digitale”, che ci permetterà di attraversare i secoli per riscoprire la pagina così come era in origine, ancora fresca d’inchiostro pazientemente steso dall’amanuense.

Biblioteca Capitolare Verona analisi manoscritti 2022 002. Indagini in corso-2

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