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Verona e Negrar nella rete regionale contro i tumori neuroendocrini

L'Aoui è centro di riferimento internazionale, mentre l'ospedale Sacro Cuore Don Calabria insieme all'Iov di Padova e all'ospedale Sant'Angelo di Mestre eroga l'innovativa terapia con radioligandi

Una rete di ospedali per la lotta ai net, i tumori neuroendocrini. È quella su cui il Veneto può contare e che coinvolge Verona, Negrar, Padova e Venezia. Della rete, infatti, fanno parte l'Aoui, che è centro di riferimento internazionale per la cura dei tumori neuroendocrini, e i tre centri che erogano la terapia con radioligandi: l'ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, l'Iov (Istituto oncologico veneto) di Padova e l'ospedale Sant'Angelo di Mestre.
L'unione delle forze di questi quattro centri permette già dalla diagnosi una terapia innovativa, in grado di ridurre gli spostamenti dei malati in ospedali di altre regioni. Anzi, al momento la strategia permette di attirare pazienti da fuori regione, i quali scelgono in particolare l'Aoui di Verona per una totale presa in carico. Il centro del capoluogo è infatti l'unico in Veneto inserito tra gli otto centri di eccellenza Enets (European Neuroendocrine Tumor Society) in Italia per la diagnosi e la cura dei tumori neuroendocrini, nonché tra gli 11 centri italiani di riferimento della Rete Europea Euracan.

«I net sono una patologia rara con un'incidenza di 5 casi per ogni 100mila abitanti - ha dichiarato ad Ansa Sara Cingarlini, oncologa dell'Aoui di Verona e referente per la qualità del Centro Enets - ma in costante aumento, e il nostro centro esegue circa 150 nuove diagnosi all'anno. Più del 70% dei casi proviene da fuori regione. In questa casistica vi è un'ampia eterogeneità: vi sono tumori neuroendocrini che possono essere trattati con chirurgia e asportazione radicale, e altri diagnosticati in fase metastatica, non più operabili per cui è necessario intervenire in maniera sistemica. La maggior parte di questi casi di neoplasie interessa il tratto gastrointestinale, e sono quelli che oggi possono beneficiare dell'innovativa opzione terapeutica con radioligandi: la nuova frontiera della medicina di precisione in ambito medico nucleare, in grado di colpire insieme le cellule tumorali, distinguendole selettivamente da quelle sane senza danneggiarle».
I radioligandi sono composti da due elementi: una molecola "ligando", cioè un vettore in grado di riconoscere e legarsi alle cellule tumorali, unita a un isotopo radioattivo che, in questo modo, viene trasportato direttamente sulle cellule malate. Raggiunto il bersaglio finale l'isotopo irradia selettivamente le cellule tumorali, provocandone la morte. Si tratta dunque di una terapia di ultra-precisione, che unisce un'elevata efficacia, sicurezza e tollerabilità a una minima tossicità.

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