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"Resurrezione di Cristo": l'ateneo scaligero conferma la scoperta di un "nuovo" Mantegna

Gli esperti del Laniac, laboratorio dell’ateneo scaligero, hanno contribuito a confermare la paternità dell’opera di Mantegna "Resurrezione di Cristo", inizialmente creduto una copia

"Resurrezione di Cristo", dipinto conservato nei depositi dell’Accademia Carrara di Bergamo e considerato da sempre una copia o un’opera di bottega di Andrea Mantegna, è stato ricondotto con certezza alla mano del Maestro grazie agli studi di Giovanni Valagussa, storico dell’arte e conservatore dell’Accademia. L’attribuzione è stata confermata dalle analisi sulla tavola condotte dagli esperti del Laniac, Laboratorio di analisi non invasive su opere d'arte antica, moderna e contemporanea dell'università di Verona diretto da Enrico Maria Dal Pozzolo.

Il dettaglio

Grazie a un piccolo dettaglio, una croce d’oro presente nel dipinto bergamasco, in realtà relativa alla scena della Discesa al limbo, lo studioso ha ricomposto idealmente una tavola unica, nella quale il paesaggio della scena superiore coincide perfettamente con le rocce della scena inferiore. La tavola è stata pertanto assegnata alla mano del maestro, con una datazione ai primi anni novanta del Quattrocento. Valagussa ha avuto l’intuizione di mettere in dialogo la tavola, sino a oggi considerata opera di bottega, della cerchia se non addirittura una copia, con quella già nota della Discesa di Cristo al limbogià a Princeton (Usa) nella collezione di Barbara Piasecka Johnson.

La conferma dell'ipotesi

L'ipotesi di Valagussa è stata confermata delle analisi condotte da Paola Artoni, funzionaria responsabile del Centro Laniac del dipartimento Culture e civiltà dell'ateneo scaligero con la collaborazione di Miquel Herrero docente di Storia dell'arte all'Università di Lleida. Artoni ed Herrero hanno osservato il dipinto con riflettografia agli infrarossi, mentre lo studio dei pigmenti è stato condotto tramite spettrofotometria XRF e alcune significative osservazioni al microscopio. I dati raccolti hanno confermato le ipotesi di Valagussa: la croce è infatti pertinente, l’evidenza diagnostica di un disegno magistrale conferma l'autografia dell'opera e la tavolozza è perfettamente aderente a quella impiegata dal Maestro.  

La collaborazione dell'ateneo scaligero rientra nell'ambito di una più ampia convenzione scientifica con l'Accademia Carrara di Bergamo, diretta da Maria Cristina Rodeschini. Sempre nel contesto della convenzione il Centro Laniac ha studiato tre dipinti di Lorenzo Lotto, ovvero il Ritratto di giovane, il Ritratto di Lucina Brembati, il Matrimonio Mistico di Santa Caterina, di interesse per le mostre lottesche curate da Dal Pozzolo, in corso al Prado di Madrid e di prossima apertura alla National Gallery di Londra. A seguire sono stati condotti studi diagnostici non invasivi dedicati alla Pala cremonese di Perugino e alla predella con il Miracolo degli impiccati di Raffaello, entrambe esposte alla mostra “Raffaello. L’eco del mito”. 

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