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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Consumo di suolo, la cementificazione continua soprattutto nel Veronese

Il Veneto è la regione con gli incrementi maggiori di superficie artificiale tra il 2017 e il 2018. E tra le province dove il consumo di suolo netto è cresciuto di più, quella scaligera si piazza al terzo posto

«Là dove c'era l'erba ora c'è una città», cantava Adriano Celentano ne «Il ragazzo della Via Gluck». Era il 1966. Sono passati più di cinquant'anni ed è ancora così. Il consumo di suolo aumenta, soprattutto nelle aree urbane ad alta densità. La cementificazione avanza senza sosta, in particolar modo nelle aree già molto compromesse. E il fenomeno non procede di pari passo con la crescita demografica. Questi sono solo alcuni dati, riferiti al 2018, contenuti nel Rapporto sul consumo di suolo 2019, redatto dall'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e dall'Snpa (Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente e presentato in Senato.

Analizzando rapidamente i dati a livello regionale, si nota che il Veneto è la regione con gli incrementi maggiori di superficie artificiale, cresciuta in un anno di 923 ettari.
Tra le province dove il consumo di suolo netto è cresciuto di più nel 2018, quella scaligera si piazza al terzo posto, con un aumento percentuale dello 0,57%, migliore solo a quelli di L'Aquila e Cagliari.
Infine, tra i comuni con una popolazione superiore ai 50mila abitanti, Roma è quello che maggiormente trasformato, con un incremento di superficie artificiale di quasi 75 ettari in un anno. Ma al secondo posto, c'è Verona con 33 ettari. Mentre tra i comuni più piccoli, si distingue Nogarole Rocca, che ha sfiorato i 45 ettari di incremento.

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