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Attualità Montorio / Piazzale Buccari

Comitati di Montorio chiedono modifiche al progetto di recupero dell'ex Sapel

Comitato Fossi Montorio e Montorioveronese.it hanno iniziato una raccolta firme in cui mettono in luce i punti deboli di una riqualificazione presentata come l'opportunità di far nascere un centro come quello di Borghetto sul Mincio

Oggi, 23 maggio, il Comitato Fossi Montorio e Montorioveronese.it hanno organizzato in Piazza Buccari una raccolta firme per chiedere modifiche al progetto di rigenerazione urbana dell'area dell'ex lanificio Sapel di Montorio. La proposta presentata da River Immobilia è inserita all'interno della Variante 29, lo strumento urbanistico che l'amministrazione comunale di Verona intende utilizzare per autorizzare decine di progetti di recupero di aree degradate senza consumare nuovo suolo. Un filosofia che, in linea di principio, è condivisa dai due comitati di Montorio, i quali sono favorevoli ad una riqualificazione dell'ex Sapel «attraverso una pianificazione attenta e rispettosa di un ambiente ricco di sorgenti, laghetti e corsi d'acqua».

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Nella loro petizione, i due comitati chiedono maggiore partecipazione e coinvolgimento, per contribuire al miglioramento della proposta. Una proposta che, per come è stata presentata dall'amministrazione, potrebbe far nascere a Montorio un centro come quello di Borghetto sul Mincio, con nuove abitazioni realizzate in circa 12mila metri quadrati di terreno, un'area commerciale dove dovrebbe sorgere una struttura di vendita di medie dimensioni e oltre 5mila metri quadrati per uffici e servizi.
Il Comitato Fossi Montorio e Montorioveronese.it hanno, però, evidenziato alcuni difetti. «Tutta la zona in questione è senza dubbio di notevole interesse naturalistico, ma anche storico e sociale poiché ha segnato nel corso del tempo la vita degli abitanti del luogo e non solo - si legge nella petizione - Questa operazione oggettivamente non è sostenibile sia da un punto di vista ambientale che umano e rischia di stravolgere per sempre i luoghi e la stessa qualità della vita delle persone e della biodiversità che la popolano. Inoltre, la demolizione dei capannoni e la nuova costruzione di abitazioni di fatto non restituiscono suolo e l'altezza dei nuovi edifici sarà, come minimo, tripla rispetto agli attuali capannoni». I comitati, inoltri, sono preoccupati per la viabilità del quartiere, che potrebbe essere gravata di ulteriore traffico con la creazione di abitazioni, uffici e negozi. Uffici e negozi che potrebbero non essere competitivi con altri meglio collegati dalle attuali infrastrutture. «Il rischio è di ritrovarsi con edifici completamente vuoti. Altro degrado, spreco di risorse e magari con la richiesta di nuove strade, perpetuando lo stravolgimento dei luoghi e l’impoverimento globale della zona non solo dal punto di vista economico», concludono i due comitati.

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