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Protesta contro la leva militare obbligatoria: gli studenti si rasano la testa

La contestazione ha avuto luogo a Venezia, di fronte alla sede del Consiglio regionale dove si sta discutendo la proposta, con i manifestanti che hanno anche avuto un faccia a faccia con il Movimento 5 Stelle

È scattata nel pomeriggio di martedì a Venezia, la protesta degli studenti medi contro la reintroduzione del servizio militare obbligatorio. Una manifestazione non violenta, che ha visto i ragazzi rasarsi i capelli a zero di fronte alla sede del Consiglio regionale, dove si sta discutendo un progetto di legge che prevede il ritorno dell'obbligo della leva o del servizio civile per 8 mesi per tutti i ragazzi e le ragazze tra i 18 e i 28 anni.

A gruppi come la Rete degli Studenti Medi del Veneto, Studenti Per - Accademia di Belle Arti Verona, Studenti Per - Udu Padova, Unione degli Universitari Venezia, Studenti e Unione degli Universitari Verona, si sarebbero uniti anche cittadini e altri studenti, che hanno trovato l'appoggio di Alessandra Moretti, consigliere regionale del Partito Democratico, la quale ha così liquidato la proposta di legge statale sulla reintroduzione della naja, dopo aver incontrato i manifestanti. 

È l’ennesimo provvedimento-propaganda, nei fatti irrealizzabile perché costerebbe più dell’abolizione della riforma Fornero e del reddito di cittadinanza messi assieme. Non riesco a capire perché la maggioranza insista con una legge che non vogliono i giovani, comunque neanche consultati prima di redigere il testo, e nemmeno i militari che richiedono personale specializzato e non certo ragazzi, magari non motivati e impreparati. La legge propone addirittura l’estensione del servizio di leva alle donne: quindi costi raddoppiati anche per quanto riguarda il vitto, l’alloggio, la paga del soldato, senza contare l’equipaggiamento e la risistemazione delle caserme dismesse. Insomma - prosegue Moretti - si tratta di un’ulteriore perdita di tempo quando basterebbe che il Governo aumentasse le risorse per rendere praticabile, per tutti quelli che ne fanno richiesta, il servizio civile universale. Questo sì che sarebbe utile: un percorso di formazione sociale, civica, culturale e professionale, di attività di cooperazione nazionale ed internazionale, di salvaguardia e tutela del patrimonio nazionale. Sono le stesse associazioni che si occupano di volontariato e sociale a chiederlo, sottolineando come l’educazione dei nostri giovani al senso del dovere, dell’impegno civile e della solidarietà si sviluppi attraverso le esperienze che il servizio civile universale propone con il lavoro sul territorio a favore delle proprie comunità. La Regione - conclude la consigliera del Partito Democratico - si impegni con il Governo su questo versante anziché proporre leggi tanto anacronistiche quanto inutili che sicuramente resteranno nei cassetti di Camera e Senato.

VIDEO: IL FACCIA A FACCIA TRA STUDENTI E M5S

Favorevole alla proposta il relatore di maggioranza, Massimo Giorgetti (Fi), per il quale, come riporta L'Arena, dall'abrogazione della leva si sarebbe perso "quel senso di appartenenza al territorio". 

Intervistati dai colleghi di VeneziaToday, gli studenti medi hanno spiegato il loro punto di vista

L'educazione che si vorrebbe trasmettere con questa legge - spiegano gli studenti medi - è un'educazione militare all'obbedienza e non all'analisi critica. Nell'epoca di Salvini e della restaurazione dei confini d'altronde, un esercito per difenderli quei confini va tirato fuori da qualche parte. Noi non ci stiamo. Come dice la Costituzione ripudiamo la guerra e chi la usa per fare politica sulla pelle dei più deboli. Anzi, per noi è l'occasione per ricominciare a dire che se si vuole investire sull'educazione questo deve essere fatto a partire dalle scuole, tornando a investire sul nostro futuro, realizzando un'istruzione veramente gratuita, accessibile a tutti, che insegni a essere solidali, accoglienti, a rifiutare la guerra in ogni sua forma. Cambiamo la scuola per cambiare il paese.

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