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Attualità Negrar / Viale Luigi Rizzardi

Protesta degli «eroi senza contratto» davanti all'ospedale di Negrar

I sindacati hanno chiesto anche un incontro al presidente della Regione Zaia per chiedere la revoca degli accreditamenti. «Chi non rispetta gli obblighi verso i lavoratori non può lavorare in nome e per conto del servizio pubblico», dicono

Ieri mattina, 6 agosto, davanti all'ospedale di Negrar, si è tenuto un presidio dei lavoratori, cui viene negato il rinnovo del contratto collettivo nazionale della sanità privata. I sindacati che hanno organizzato la protesta (Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl) li hanno definiti «eroi senza contratto», visto il loro contributo dato durante l'emergenza Covid e complessivamente sono circa 100mila.
La manifestazione si è tenuta a Negrar perché l'ospedale aderisce ad Aris, l'associazione che raggruppa i datori di lavoro religiosi della sanità privata. Aris ed Aiop sono le due associazioni datoriali di rappresentanza che, dopo aver sottoscritto la preintesa del contratto lo scorso 10 giugno, non lo hanno poi sottoscritto definitivamente. «La scusa è sempre la stessa: non ci sono risorse - ha commentato Sonia Todesco, segretaria di Fp Cgil Verona - Ma la nuova struttura dell'ospedale di Negrar fa pensare il contrario. Presto incontreranno il presidente della Regione Luca Zaia per chiedere la revoca degli accreditamenti di tutte le strutture del Veneto. Chi non rispetta gli obblighi verso i lavoratori non può lavorare in nome e per conto del servizio pubblico».

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(Uno striscione realizzato in occasione della manifestazione)

Giovanni Zanini di Cisl Fp e Stefano Gottardi di Uil Fpl, insieme a Sonia Todesco, hanno ribadito che la mancata ratifica dell'intesa «è un fatto di una gravità assoluta». Ed hanno aggiunto: «La realtà scaligera è caratterizzata da un'importante percentuale di sanità privata, a differenza di altre regioni. Proprio per questo, a fronte di quanto accaduto, il vero intervento della politica nella nostra Regione dovrebbe essere ora quello di azzerare tutti i miglioramenti economici previsti dal tariffario regionale rispetto al tariffario nazionale. Gli imprenditori veneti hanno già avuto. Si sospendano tutte le convenzioni con i gestori privati e si avvii contemporaneamente un percorso di riassorbimento del personale all'interno del sistema pubblico. Abbiamo visto, durante il lockdown, strutture private defilarsi od entrare in scena molto in ritardo. Abbiamo visto strutture private chiuse con i lavoratori in cassa integrazione quando il pubblico soffriva e non sapeva dove ricoverare gli ammalati. E ancora vediamo nella nostra regione assegnazioni extra budget per milioni di euro mentre nel pubblico si fatica ad assumere personale. Non una parola, non un vincolo a tutela dei lavoratori per poter contrarre con servizio pubblico. I lavoratori sono stati dimenticati».

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(Manifestanti davanti all'ospedale di Negrar)

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