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«Prestazione universale per anziani non autosufficienti è inutile»

Spi Cgil del Veneto all'attacco della misura appena varata dal Governo Meloni. «Interesserà solo lo 0,6% di tutti gli anziani che non sono più in grado di badare a loro stessi»

Definirla elemosina è un eufemismo per lo Spi Cgil del Veneto. I soldi stanziati dal Governo per la "prestazione universale" sono circa 850 euro, che si aggiungono all'indennità di accompagnamento, e sono destinati agli anziani non autosufficienti. Ma per il sindacato regionale dei pensionati sono solo briciole riservate a una platea molto ristretta, a causa dei requisiti stringenti necessari per ottenere un beneficio che partirà dal 2025.

L'assegno è destinato a chi ha più di 80 anni ed ha: un'Isee inferiore ai 6mila euro, l’accompagnatoria ed in stato di non autosufficienza con bisogno assistenziale gravissimo. Proiettando sul Veneto i dati nazionali, lo Spi Cgil calcola che l’assegno spetterebbe a meno di 2mila anziani, lo 0,6% dei 328mila ultra 65enni non autosufficienti residenti in regione. «In pratica, la misura risulta pressoché inutile, in quanto interesserà solo due over 80 non autosufficienti ogni 100 e lo 0,6% di tutti gli anziani che non sono più in grado di badare a loro stessi - ha fatto sapere il sindacato del Veneto - Tenendo conto che i posti letto nelle case di riposo sono poco più di 34mila e che circa 80mila persone sono seguite dall’assistente familiare, nella nostra regione 214mila anziani non autosufficienti devono fare affidamento sui cosiddetti caregiver, familiari e parenti, che li seguono in casa. Ma i numeri sono destinati a impennarsi con l’invecchiamento della popolazione, che di per sé è un dato positivo, ma che richiede un'attenta programmazione socio-sanitaria da parte della Regione».

Secondo l’Istat, ci sono attualmente 1.167.759 veneti con più di 65 anni, il 24,4% della popolazione. Ma fra dieci anni arriveranno a 1.410.571, circa il 30% degli abitanti. E i veneti di età compresa fra gli 85 e gli 89 anni aumenteranno del 20,7%, quelli fra i 90 e i 94 anni del 33% e gli over 95 del 38%. «Da anni - hanno spiegato dallo Spi Cgil del Veneto - il sindacato combatte per una legge nazionale sulla non autosufficienza in grado di affrontare quella che viene definita la pandemia del nuovo millennio. Abbiamo chiesto una norma nazionale che migliori veramente la qualità della vita degli anziani non autosufficienti. Ora il Governo Meloni ha buttato giù in fretta e furia questo decreto legislativo, entrato da poco in vigore dopo il via libera da parte del Parlamento, caratterizzato da troppi rinvii e nessuna risposta ai bisogni di milioni di anziani che non sono più in grado di badare a loro stessi. In particolare, non c’è nessun euro per sostenere la cosiddetta prestazione universale di 850 euro al mese, che di universale non ha proprio nulla visto che la platea dei beneficiari è ristrettissima. La verità è che gli anziani non autosufficienti continueranno a essere lasciati soli. I pochissimi fondi della legge delega sono stanziati in modo sperimentale, ed in più il Governo si è mosso all’ultimo secondo, a dimostrazione che questa per loro non è certo una priorità. La mancanza di risorse ha impedito di trovare nel decreto indicazioni precise su questioni fondamentali come la rete domiciliare e il rilancio della residenzialità. Così non ci sarà alcuna reale presa in carico della condizione di fragilità delle persone anziane da parte del sistema pubblico».

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