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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Soccorsi sanitari e dei vigili del fuoco a Verona, Cgil: "Rischio precarietà"

Il sindacato teme che alcune decisioni della Regione Veneto favoriscano la precarietà nel soccorso pubblico: "Con il massimo ribasso si svuota il servizio"

Precarietà nel soccorso. Un problema che riguarda la sicurezza di tutti i cittadini e che tocca al tempo stesso i vigili del fuoco e gli operatori della sanità. Per l'assessore regionale Luca Coletto, il Veneto non è colpito da questa piaga, ma per la Cgil Coletto si sbaglia. Sonia Todesco, segretaria della Cgil Funzione Pubblica di Verona, e Luca Cipriani, membro dell'esecutivo nazionale della Cgili Vigili del Fuoco, hanno segnalato alcune delibere regionali che riguardano la provincia di Verona e che andranno ad aumentare la precarietà.

La Ulss 9 Scaligera assegna a Bussolengo un servizio di trasporto urgente alla cifra oraria di 29,60 euro - scrivono Todesco e Cipriani - Cifra che ricomprende un'ambulanza, i presidi sanitari e due persone h24 di equipaggio. Inoltre, i vigili del fuoco di Verona da anni chiedono l'apertura di un distaccamento di professionisti presenti h24, fra pochi giorni aprirà nel villafranchese un distaccamento di soli volontari per un bacino di circa 80mila cittadini. Una domanda sorge spontanea: vista l'esiguità di risorse messe a disposizione, la Regione Veneto ha fatto una valutazione sulla tempestività e professionalità del soccorso garantito ai cittadini? La stessa Regione ha fatto una stima sulla retribuzione minima del personale chiamato ad intervenire? Naturalmente chiederemo gli atti a supporto dell'aggiudicazione. Noi riteniamo si debba aprire una seria discussione su come il sistema integrato del soccorso possa garantire, h24, i livelli essenziali di prestazioni e, quando possibile, come questi livelli essenziali possano essere integrati dalla presenza dei generosi volontari, evitando confusioni fra volontariato e precarietà. È una discussione che deve partire da Verona, dove la Regione riesce a strappare prezzi più bassi che in altre province venete. Prezzi così bassi che rischiano di destabilizzare il sistema soccorso storico e di qualità della nostra provincia, rendendo precaria ogni forma di soccorso ai cittadini. Il massimo ribasso e la mancanza di strutturati controlli sulle retribuzioni dei lavoratori impiegati negli appalti da parte del committente pubblico, oltre a non riconoscere l’elevato valore del soccorso e dei soccorritori, rischia di mettere in difficoltà proprio quelle strutture locali ad alta qualità che rappresentano un patrimonio della nostra provincia e della nostra regione.

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