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C'erano una volta a Verona le polemiche sui monopattini, o fenomenologia di un veicolo

E se vi dicessero che a primavera partiranno visite guidate urbane in monopattino a Verona, o che per andare la domenica allo stadio il monopattino sarà gratis? E se vi dicessero che il monopattino è "un'opera d'arte" e voi gli "artisti". «Favole», dirà qualcuno...o forse no?

Non le avevamo mai trovate particolarmente cogenti fin dall'inzio, oggi a distanza di quasi due mesi, a maggior ragione, le tante polemiche sorte dopo la liberalizzazione dei monopattini a Verona sembrano solo un lontano e sbiadito ricordo. Ci sono stati gli incidenti, i passaggi con il rosso, i parcheggi selvaggi, le multe e rimozioni da parte della polizia, il tutto rigorosamente documentato dalla stampa locale che, puntigliosamente, ha registrato ogni microvibrazione irregolare dei monopattini in giro per la città.

Oggi la situazione è cambiata? In un certo senso sì, perché il Comune di Verona ha promosso un importante decalogo, in aggiunta ad un regolamento che parrebbero entrambi aver persino fatto scuola a livello nazionale, o comunque essere entrati a pieno titolo nel dibattito italiano quali esempi, se non da imitare tout court, quanto meno da studiare ed approfondire. D'altro canto, ancora oggi chi utilizza i monopattini non ha cessato di compiere azioni, diciamo così, sprovvedute. A titolo d'esempio un breve aneddoto di pochi giorni fa, cui ciascun lettore probabilmente potrebbe aggiungere il proprio personale: una giovane ragazza, verosimilmente universitaria, che percorre in monopattino l'intero lungadige Galtarossa occupando la corsia dedicata alle automobili, ignorando del tutto la doppia pista ciclabile che scorre sola ed abbandonata al suo fianco costeggiando l'Adige. 

Bastano esempi come questo per mettere in discussione la bontà di un'idea come quella di introdurre un mezzo di locomozione non inquinante quale è il monopattino? A nostro avviso, no. Esempi come questo servono certamente ad alimentare le polemiche, ma oggi forse più nemmeno a quello. Il focolaio politico pare infatti essersi spento e, dunque, proprio oggi è probabilmente allora il momento giusto per tornare a parlare di monopattini, perché le idee buone lo sono ancor di più quando vengono migliorate. 

A, b, c...m di monopattino

Partiamo dalle basi: che cos'è un monopattino? Ebbene, è un mezzo di locomozione che non inquina, fin qui tutto bene. Tra le altre cose, ha però una particolarità che lo differenzia ad esempio dalle bici elettriche, rispetto alle quali vanno notate due cose: quando vennero introdotte le bici elettriche non vi furono le polemiche, ma allo stesso tempo non vi fu nemmeno il successo enorme fra gli utenti che, almeno in quesi primi mesi, i monopattini hanno avuto. Il motivo? Azzardiamo un'ipotesi, vale a dire per l'appunto la particolarità che differenzia concettualmente il monopattino dalla bicicletta elettrica nel suo rapporto con l'utente, e cioè il suo essere una sorta di mezzo di locomozione ready made, o per meglio dire una pietra d'inciampo, o forse ancora un crocevia tra queste due cose.

Un monopattino non lo si va a cercare, è piuttosto lui a trovarvi, starà poi a voi decidere di salirvi sopra e farne un mezzo di locomozione, prima di abbandonarlo e, quindi, esporlo ad altri, proprio come fosse un'opera d'arte. Quando scegliete di parcheggiare il vostro monopattino, siete in fondo degli artisti inconsapevoli: vi è chi ha ecceduto (alcuni decisamente troppo), consapevole o inconsapevole poco importa, nel suo gesto estetico, chi invece ha cercato di esprimersi in una forma artisticamente etica, ma poi, si sa, l'arte va interpretata e dunque ciascuno vi ha visto talvolta un parcheggio ben fatto, piuttosto che un pessimo parcheggio. Da qui sono sorte le numerose polemiche. Ora, prendiamo quale esempio l'immagine sottostante:

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Fotografia di monopattini parcheggiati in piazza Bra a Verona

I monopattini raffigurati in questa fotografia, sono parcheggiati in modo "corretto" o in modo "scorretto"? È una domanda strana, perché non ha una risposta univoca: vi è chi, forse, impiegherebbe tale foto per polemizzare contro il "caos monopattini a Verona", ma in fondo quel che vediamo sono quattro veicoli parcheggiati in fila uno a fianco dell'altro, espressione anche di un certo "ordine" se vogliamo. Ciò non toglie che, tali monopattini, ci siano, siano lì belli presenti ed evidenti dirimpetto all'Arena, quasi a volerne sfidare la secolare monumentalità. È questo il loro carattere d'inciampo, l'essere cioè un mezzo di locomozione che si offre disponibile in modo casuale nello spazio e nel tempo, incrociando il vostro tragitto quotidiano e arrestandolo per un istante, facendo sorgere in ciascuno la singolare esclamazione: «Toh, un monopattino!». 

Proprio per questo, in fondo, una pretesa come quella di creare degli appositi spazi dove parcheggiare i monopattini, sorta d'equivalente delle rastrelliere per le bici elettriche, è una proposta che rischia di snaturare il monopattino in se stesso, mezzo di locomozione che, come tale, rivendica appunto il suo diritto ad essere esposto liberamente in città. Possono essere trovate mediazioni in questo senso? Probabilmente sì, è infatti possibile pensare che in alcune aree particolarmente delicate del centro possano essere inserite delle "rastrelliere per monopattini", ma il concetto di capillarità ed aleatorietà della diffusione di tale mezzo di locomozione, non può essere del tutto rimosso, pena un'insensatezza.

Il monopattino gira a destra o a sinistra?

In Italia la sinistra è parsa dimenticarsi per strada per lunghi anni (a parole oltre che nei fatti) quella che potremmo definire una sorta di sensibilità ambientale che, invece, avrebbe forse dovuto fungere da stella polare. Oggi, in tempi di "scioperi per il clima" il rimosso politico degli ultimi dieci anni, parrebbe far nuovamente capolino. Ben venga, in ogni caso, questa rinnovata aria fresca in materia di attenzione all'ambiente, resta però tutt'altro che una stranezza il fatto che, nel mentre, certe tematiche green abbiano finito con il transitare da un lato all'altro dello scacchiere politico. È quel che parrebbe essere avvenuto a Verona, dove l'allora futuro sindaco della città, sin dalla campagna elettorale, non ha mai smesso di rivendicare a sé questo genere di sensibilità. Ora, piaccia o non piaccia, l'introduzione a Verona dei monopattini è in questo senso una decisione che tiene fede a tale genere di sensibilità.

Rinnovare la mobilità urbana esclusivamente attraverso i monopattini è ovviamente un'utopia, ciò non toglie che per Verona si tratti ugualmente di una mezza rivoluzione che la proietta di diritto, se non altro con lo sguardo, verso le capitali del nord Europa. Oggi si parla giustamente molto della nuova premier finlandese, 34enne e figlia di due mamme, ma è sufficiente spostarsi in Norvegia per trovare agevolmente altri edificanti esempi progressisti, questa volta in materia proprio di mobilità. La Commissione Europea ha infatti insignito Oslo "Capitale Verde Europea" per il 2019, città che, non a caso forse, tra i mezzi di locomozione, oltre alle biciclette, offre per l'appunto i monopattini elettrici, nella pressoché totale assenza di auto all'interno delle zone del centro urbano. Proprio per questo restiamo convinti che ciascun amministratore di Verona, oggi come domani, dovrebbe almeno su queste questioni, riporre in un cassetto la propria bandiera, e sinergicamente cooperare a che la cittadinanza tutta si renda sempre più consapevole della bontà dell'idea avuta dall'attuale giunta di liberalizzare la circolazione dei monopattini. Un po' come a scuola, ben vengano le critiche, ma che siano costruttive...

Bisogna poi dare a Cesare quel che è di Cesare: in un recente commento all'articolo di QuattroRuote dal titolo "Il parlamento sdogana i monopattini, saranno come biciclette", il consigliere comunale della Lega Andrea Velardi ha fatto giustamente notare come la normativa nazionale, se venisse approvato dal Parlamento un emendamento al Codice della strada già passato in commissione Bilancio al Senato e che prevederebbe «l'equiparazione dei monopattini alle biciclette», si troverebbe addirittura ad essere più permissiva di quanto non lo sia in città a Verona:

«Quindi, - afferma via social il consigliere comunale della Lega - dopo che Verona è stata presa ad esempio per la gestione del fenomeno "monopattino", decretando un regolamento proprio in soli 37 giorni (con l’intelligenza di non aver copiato il disastro firmato Milano che aveva ritirato per regolamentare peggio in seguito, facendo perdere il senso della funzione del dispositivo ) ora è fin restrittiva?! Basterebbe ammettere che nella nostra città l’intolleranza del "vecchio" supera la visione concreta del "nuovo"».

Che si vada verso una possibile liberalizzazione su scala nazionale, pur nell'ambito di una regolamentazione (poiché il codice della strada resta valido per le bici così come per i monopattini) è un segno, evidentemente, del fatto che l'idea in questione è buona e val la pena sostenerla, anche se non si è stati i primi a proporla. Che poi le cose possano essere ancora migliorate, questo va de sé, ma oggi sarebbe forse il caso di attivare la pars construens della propria iniziativa politica. Nel nostro piccolo ci limitiamo ad avanzare un tema ed un paio di proposte. Il tema è questo: come per ogni novità, nell'immediato le critiche sono preventivabili, il successo però di un'idea si misura sulla lunga distanza e, dunque, anche in questo caso servirebbe una programmazione ampia e la capacità di sensibilizzare una vasta fascia di cittadinanza. La prima cosa da fare, ammesso che non sia già stata fatta a nostra insaputa, sarebbe una congrua campagna informativa e di promozione tra le fasce giovanili nelle scuole, tanto sulle regole per l'utilizzo dei monopattini, quanto sulla loro importanza in termini di sostenibilità ambientale. Oltre a ciò, al netto delle modifiche della regolamentazione su scala nazionale, andrebbero probabilmente potenziate le piste ciclabili, dove è evidente che circolare, sia per le bici stesse quanto per i monopattini, risulta più protetto e sicuro che non altrove.

Non esistono però solo i giovanissimi quali fruitori dei monopattini. E allora perché non pensare ad eventi ed iniziative che coniughino la riscoperta delle bellezze artistiche e culturali di Verona con l'utilizzo dei monopattini? Immaginiamo una visita guidata aperta a tutti in monopattino, che attraversi la città toccando i luoghi più caratteristici, così come quelli meno noti e tuttavia degni di curiosità. Ma osiamo anche di più: perché non pensare ad una visita guidata in monopattino nella città di Verona, alla quale possano prendere parte anche gli stessi consiglieri comunali, accompagnando i cittadini in un'escursione urbana (rigorosamente bipartisan) ecosostenibile e culturale allo stesso tempo? Ci pensino gli assessori Zanotto, Segala, Briani e tutti quanti sono favorevoli alla mobilità alternativa. In ultima istanza, perché non arrivare a concordare con le varie aziende che forniscono il servizio dei monopattini in città, durante i giorni delle partite di calcio al Bentegodi e previo acquisto del biglietto o abbonamento, di rendere gratuito l'utilizzo dei monopattini proprio per recarsi allo stadio? Magari non risolverebbe il problema dei "parcheggi selvaggi" (di auto in questo caso) nel quartiere Stadio, ma se non altro contribuirebbe forse ad alleggerire la situazione. E poi, pensateci, che spettacolo sarebbe vedere fiumane di tifosi gialloblu (Hellas o Chievo che siano) volgere insieme verso il Bentegodi tra cori, sciarpe e bandiere, rigorosamente in monopattino?

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