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Martedì, 23 Aprile 2024
Attualità Centro storico / Piazza San Nicolò

In migliaia dentro e fuori la chiesa di San Nicolò per Lucano e Zanotelli

La chiesa non ha potuto contenere tutti coloro che volevano partecipare alla serata in cui si è parlato di accoglienza e del modello Riace. E per evitare scontri, forze dell'ordine in tenuta antisommossa

Sono stati migliaia i partecipanti al secondo appuntamento dei «Martedì del mondo», ciclo di incontri e dibattiti promosso da Fondazione Nigrizia, Centro missionario diocesano, Combonifem e Cestim. Tanto che la chiesa di San Nicolò all'Arena, ieri sera 5 febbraio, non li ha potuti contenere tutti. Tanti sono rimasti fuori dalla chiesa ad ascoltare gli interventi dei due ospiti della serata, il missionario comboniano padre Alex Zanotelli e il (sospeso) sindaco di Riace Domenico "Mimmo" Lucano.

Il tema della serata è stato l'accoglienza dei migranti, con al centro il modello di Riace portanto avanti da Lucano quando era primo cittadino del piccolo centro calabrese. Una carica da cui è stato sospeso per l'inchiesta giudiziaria che lo vede accusato dei reati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e illeciti nell'affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti.
Un tema, quello dell'accoglienza, che spacca l'opinione pubblica. Per questo il livello di tensione si era alzato nei giorni precedenti all'incontro, con contestastori e difensori del modello Riace pronti a fronteggiarsi in piazzetta San Nicolò. Le forze dell'ordine si sono dovute dunque schierare in tenuta antisommossa e probabilmente anche grazie alla loro presenza non c'è stato nessun episodio violento durante tutta la durata della conferenza.

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Nel suo intervento, padre Zanotelli si è rivolto ai giovani, a cui il missionario ha chiesto perdono «per come la mia generazione ha sfruttato e violentato la Terra. Vi abbiamo consegnato un mondo malato». E sempre ai giovani, Zanotelli ha detto: «Non siete il futuro, voi siete l'unico presente. Toccherà alla vostra generazione prendere decisioni per un cambiamento radicale di rotta».
Zanotelli ha poi difeso Mimmo Lucano e lo ha definito vittima di un processo politico che lo ha costretto all'esilio. E sull'immigrazione, il religioso ha dichiarato che non si tratta di un'emergenza ma di una conseguenza delle disparità tra i ricchi e i poveri del mondo.

Lucano, da laico, si è emozionato davanti ai tanti veronesi che hanno riempito la chiesa. Ha parlato di Riace, un paese rigenerato grazie all'accoglienza dei migranti. Una comunità che pochi anni fa era composta per metà da immigrati, senza che questo generasse alcun problema.

In tantissimi hanno accolto Domenico Lucano a Verona - ha commentato Giuseppe Civati, fondatore di Possibile - È la migliore risposta ai provocatori, perché arriva nella città diventata il laboratorio dell'estrema destra, in cui il ministro Fontana trova sponde con organizzazioni fasciste. E proprio queste organizzazioni avevano minacciato atti di protesta per intimidire Lucano. Ma il loro progetto è fallito: ci sono tante persone, al di sopra di ogni aspettativa, che hanno manifestato il loro affetto e la loro vicinanza a Lucano, così inviso all'estrema destra perché a Riace ha dimostrato che la buona accoglienza è fattibile, non è un'utopia. Al contrario di quanto sostiene la propaganda leghista.

Forza Nuova Verona ha comunque tenuto fede al suo annuncio e ha partecipato all'incontro di ieri sera. Il segretario provinciale Pietro Amedeo ha denunciato: «Gli organizzatori hanno chiesto alla Questura di impedirci di entrare in chiesa». E il dirigente nazionale Luca Castellini ha aggiunto: «Quattro scappati di casa, che in chiesa probabilmente sono entrati l'ultima volta quando hanno fatto la prima comunione, si sono scoperti pretoriani dei sacerdoti del terzomondismo, setta cui appartengono i due amici degli scafisti che ieri avremmo voluto incontrare».

Una città saldamente tradizionale e cattolica ha dimostrato che per riempire una chiesa si sia dovuto precettare tutti i boy-scout fino alle province limitrofe, suore e frati, e compagnia cantando - ha concluso Amedeo - E poi chiedendo alle autorità di militarizzare la zona, chiudendosi come conigli in gabbia.

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