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Pfas, via ai cantieri per collegare Belfiore-Lonigo con la nuova centrale

Lo ha comunicato Nicola Dell'Acqua, Commissario delegato per i primi interventi urgenti di Protezione Civile. Un provvedimento utile a contrastare l'inquinamento da Pfas che ha colpito il Veneto

È il Commissario delegato per i primi interventi urgenti di Protezione Civile, Nicola Dell'Acqua, a comunicare la consegna avvenuta il 30 maggio, dei lavori relativi alla condotta di collegamento con la centrale acquedottistica di Madonna di Lonigo nella tratta Belfiore-Lonigo, in merito alla contaminazione da sostanze perfluoro-alchiliche (Pfas) delle falde idriche nei territori delle province di Vicenza, Verona e Padova.

La nuova centrale si congiungerà con la condotta di collegamento DN 600 e DN1000 tra la centrale di Lonigo e Belfiore, suddivisa in tre stralci, per i quali, concluse a inizio mese le procedure di gara, giovedì si aprono i cantieri.

Dalla Regione Veneto ricordano che tra gli interventi emergenziali previsti nel piano commissariale sono comprese la realizzazione del nuovo campo pozzi in territorio comunale di Belfiore e la condotta di collegamento con la centrale acquedottistica di Madonna di Lonigo, suddivisi in due diversi progetti stralcio. Uno riguarda i citati collegamenti, per i quali oggi si sono aperti i cantieri, e l’altro il nuovo campo pozzi di Belfiore, per il quale è previsto di realizzare 6 pozzi di attingimento dalle falde sotterranee, una vasca di accumulo a terra, una centrale di sollevamento mediante pompaggio e una centrale di produzione idrica per l’approvvigionamento di una quantità d’acqua media derivata pari a 250 l/s.
I lavori di realizzazione dei nuovi collegamenti avranno la durata di circa un anno.

Invece, in relazione a quanto sostenuto in un’intervista ad un quotidiano veneto dal consigliere regionale Jacopo Berti («Aggiungo che non sempre la Lega ha fatto buon uso dell’autonomia già disponibile: penso … alla contaminazione da pfas, dove la Regione aveva la facoltà di fissare delle soglie limite nelle acque, ma non l’ha mai fatto») l’Assessore Regionale all’Ambiente Gianpaolo Bottacin ha precisato quanto segue:

Forse è il caso che il consigliere Berti si metta a studiare prima di rilasciare certe dichiarazioni. La materia ‘tutela dell'ambiente’ è di esclusiva legislazione statale, quindi, ad oggi, non esiste nessuna autonomia legislativa regionale su questo.

Nonostante ciò la Regione del Veneto, non potendolo fare attraverso l’emanazione di una legge, ha posto i limiti con atti amministrativi. E avendo scelto questa strada ci siamo esposti a 43 ricorsi da parte delle aziende.

Se il consigliere Berti ed il movimento al quale appartiene vogliono sostenere un ambiente pulito, in questo momento, hanno due possibilità: o ci danno l’autonomia su questa materia oppure il ministro Costa finalmente fissa limiti nazionali sui Pfas come la Regione del Veneto sta chiedendo da almeno due anni.

Il consigliere Berti, forse, potrebbe rivolgersi direttamente al suo ministro Costa, chiedendogli quante lettere abbiamo inviato e richieste abbiamo avanzato prima che si decidesse a convocare un tavolo per mettere limiti nazionali ai Pfas e alle nuove sostanze. Tavolo nazionale non ancora convocato, nonostante gli annunci. E vogliamo parlare del presidente della Commissione Ecoreati che da mesi rifiuta di incontrarmi e poi accetta di incontrare, non si sa bene a quale titolo, i rappresentanti del Comitato delle mamme no Pfas?

Il consigliere Berti, se vuole fare qualcosa di utile per i concittadini veneti, chieda al ministro Costa di firmare il decreto che pone limiti zero ai Pfas, come fatto due anni fa dal Veneto.

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