Non solo Covid-19, l'ospedale di Negrar offre un numero verde per tutti i pazienti oncologici
I pazienti oncologici dinanzi al nuovo coronavirus rientrano nelle "categorie a rischio", questo ha portato molti a disdire appuntamenti, ma come spiega la dott.ssa Stefania Gori dell'ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar «non è necessario interrompere le cure»
Anche in questo momento di emergenza sanitaria Covid-19, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria "rimane sempre in linea" con i pazienti oncologici tramite il numero verde 800 143 143, con il quale da oggi si può accedere anche ai colloqui psicologici. Il numero è dedicato non solo ai pazienti già seguiti dall’ospedale di Negrar, ma anche a tutti coloro che hanno una diagnosi o una presunta diagnosi di tumore. All’800 143 143 risponde (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13) un operatore formato in grado di dare risposte e di creare un contatto, se necessario, con le unità operative e i servizi di diagnosi e cura.
Con questo numero verde è possibile parlare anche con il "Servizio di Psicologia Clinica", di cui è responsabile il dottor Giuseppe Deledda, per proseguire o iniziare da remoto colloqui psicologici. «Tali colloqui sono ancora più importanti in questo momento di isolamento e distanziamento sociale che vivono i pazienti e anche i familiari, che così cercano di proteggere i loro cari da un possibile contagio», spiega la dottoressa Stefania Gori, direttore del Dipartimento di Oncologica del "Sacro Cuore Don Calabria" e presidente della Fondazione AIOM.
Il numero verde per pazienti oncologici
I pazienti oncologici rientrano nelle cosiddette categorie a rischio per quanto riguarda l’infezione da nuovo coronavirus. Non tanto perché hanno una probabilità maggiore di contrarre il virus, ma in quanto possono essere, nel caso siano contagiati, più soggetti a complicazioni a causa della patologia o delle terapie a cui sono sottoposti. «Questo ha suscitato in molti pazienti un grande timore di recarsi in ospedale per visite oncologiche e, talora, anche per proseguire la terapia con farmaci antitumorali o la radioterapia. Un timore che in certi casi li ha indotti a disdire gli appuntamenti», spiega la dottoressa Gori. «Ma non è necessario interrompere le cure. - rassicura la stessa dottoressa Gori - E soprattutto non deve essere fatto autonomamente, perché la continuità delle terapie farmacologiche e radioterapiche è fondamentale per l’efficacia dei trattamenti. Ogni paziente deve confrontarsi col proprio oncologo di riferimento per valutare un eventuale posticipo del trattamento antitumorale in base alla sue condizioni».