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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Ospedali e case della comunità, ridisegnata la sanità territoriale veronese

Con soldi del Pnrr e in parte con fondi propri, l'Ulss 9 Scaligera prevede la creazione di una rete di 14 ospedali della comunità, 45 case della comunità e 8 centrali operative territoriali

È stato pubblicato nel giugno scorso sulla Gazzetta Ufficiale, ridisegnando modelli e standard della sanità territoriale in Italia. È il decreto ministeriale 77 (Dm 77/2022) e oggi, 2 dicembre, il direttore generale dell'Ulss 9 Scaligera Pietro Girardi ha illustrato oggi come questo provvedimento stia incidendo nelle scelte di politica sanitaria e socio-sanitaria nel Veronese.

Il Dm 77/2022, tra i principali standard dell'assistenza territoriale, prevede ad esempio almeno una casa della comunità hub ogni 50.000 abitanti circa e una casa della comunità spoke ogni 20.000 abitanti circa. E prevede almeno un'unità speciale di continuità assistenziale (un medico e un infermiere) ogni 100.000 abitanti e una centrale operativa territoriale ogni 100.000 abitanti.
Tradotto nel Veronese, il decreto imposta un nuova assistenza territoriale con una rete di 14 ospedali della comunità (Odc), 45 case della comunità (Cdc) e 8 centrali operative territoriali (Cot). Interventi finanziati in parte attraverso il Pnrr e in parte con fondi dell'Ulss 9. Il direttore generale ha messo l'accento sulla capillarità dell’offerta socio-sanitaria sul territorio, evidenziando che la distribuzione delle Cdc e degli Odc tiene conto di una strategia condivisa con i Comuni per garantire a ogni comprensorio territoriale la massima attenzione e quindi la presenza dei servizi strategici previsti in materia. Tutto ciò anche grazie a immobili di proprietà dell'Ulss 9 e ad altri edifici messi a disposizione dai sindaci.

Importi per case della comunità, ospedali di comunità e per le centrali operative territoriali dell'Ulss 9 Scaligera

Girardi si è poi soffermato sugli sforzi fatti per potenziare il parco tecnologico aziendale e la telemedicina, oltre che per reperire e assumere personale medico, sanitario e socio sanitario, anche a copertura dei posti di dirigenti apicali e primari nelle strutture ospedaliere, per potenziare la rete dell'emergenza-urgenza («Dal 1 luglio 2022 abbiamo riorganizzato il servizio con diversi tipi di ambulanze presenti sul territorio») e per sopperire alla carenza di medici di medicina generale attraverso l'istituzione del Servizio medico distrettuale, attualmente attivo in 9 sedi. «Un servizio - ha specificato Girardi - realizzato grazie alla disponibilità delle amministrazioni e che ha già trovato il consenso dei cittadini della provincia. L’unico distretto in cui non è presente è quello di Verona città, dove è meno sentita la mancanza di medici di base».

«Aumenta l'età, cambia la demografia e mutano così le esigenze dei cittadini - ha detto il sindaco di Sona Gianluigi Mazzi - Con l’introduzione di Cdc e Odc avremo molti vantaggi, a livello di servizi sul territorio, che è cio che interessa maggiormente a noi aindaci e alla Conferenza tutta che presiedo. Per la popolazione ci sarà un'interazione diretta con i primi cittadini attraverso, per esempio, le figure degli assistenti sociali, come succede nel distretto 4». E il sindaco di Nogara Flavio Pasini ha aggiunto: «Nell'impegno dei sindaci è compresa la salute dei cittadini e la loro assistenza. La presenza dell’assistente sociale nelle nuove strutture indica la presenza dei Comuni nel sistema sanitario: gli amministratori non sono più solo portatori di istanze ma integrati nel sistema. Il Pnrr ha dato una spinta esecutiva a progetti già sul campo. Noi ci crediamo molto: è tempo di rimboccarsi le maniche e collaborare tutti insieme per chiudere questi progetti in tempo utile». Mentre il sindaco di San Bonifacio Giampaolo Provoli ha guardato alle tempistiche della realizzazione di questi progetti: «Da oggi al 2026 ci sarà un cambiamento epocale per quanto riguarda strutture e servizi sociosanitari. La rete tra parte sanitaria e parte sociale, caratteristica del modello veneto, sarà sempre più vicina alle esigenze dei cittadini. Un esempio: a San Bonifacio avevamo un’area ospedaliera dismessa, in centro paese, non più funzionale dal 2007. Con l’Ulss 9 abbiamo fatto un’operazione utile a tutta la popolazione: l’area ospedaliera vecchia è stata restituita al Comune che ha ceduto, a sua volta, un’area vicino all’Ospedale Fracastoro, dove nascerà la casa della comunità».

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