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Negligenza di Poste Italiane. Veronesi ottengono giustizia con Adiconsum

Le Poste avevano consegnato per errore del denaro di un libretto ad una persona non intestataria. I possessori del libretto hanno avuto ragione sia davanti al Giudice di Pace, sia in tribunale

Mai fermarsi di fronte a una controparte più forte per far valere i propri diritti.

Parola di Silvia Caucchioli e Massimo Nannini, legali di Adiconsum Verona. Sono loro ad aver assistito, in due gradi del giudizio, due cittadini veronesi contro Poste Italiane.

La vicenda legale è stata riassunta da Adiconsum e comincia nel 2013, quando una dipendente delle Poste aveva consegnato per errore 1.350 euro di un libretto nominativo ad una persona diversa dagli intestatari del libretto. I due si sono rivolti al Giudice di Pace di Verona per ottenere la restituzione della somma e il giudice ha riconosciuto la responsabilità di Poste e l'ha condannata alla restituzione dei 1.350 euro e al pagamento delle spese legali. Poste Italiane ha però appellato la decisione sostenendo che gli intestatari del libretto avrebbero dovuto contestare l'annotazione del prelievo entro 60 giorni, come previsto dal contratto di deposito postale. L'appello è stato però respinto dal Tribunale di Verona, che ha annullato la clausola del contratto di deposito postale che impone la contestazione entro 60 giorni. La clausola è stata definita vessatoria perché "limitativa del diritto ad agire per far valere l'inadempimento contrattuale, pur a fronte di condotta gravemente negligente".

La vicenda - hanno commentato i legali di Adiconsum Verona - conferma la necessità di rivolgersi alla giustizia per ottenere tutela per i cittadini anche di fronte ad un palese diritto alla restituzione del denaro dei titolari del libretto postale.

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