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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Dopo il rapporto di Legambiente s'accende la polemica sulla linea ferroviaria Verona-Rovigo

Pendolaria 2018 ha definito «desolante» la situazione della tratta. Zardini, Crivellari e Businaro hanno quindi puntato il dito su Palazzo Balbi ed è arrivata poi la secca replica dell'assessore Elisa De Berti

Il rapporto di Legambiente, Pendolaria 2018, ha definito «desolante» la situazione della tratta ferroviaria Verona-Rovigo, utilizzata quotidianamente da numerosi cittadini per lavoro e inserita quindi tra le peggiori linee d'Italia. Sull'argomento, dopo il consigliere regionale M5S Manuel Brusco, si sono espressi il deputato veronese Diego Zardini, l’esponente del Partito democratico di Rovigo, Diego Crivellari e la consigliera comunale di Rovigo Giorgia Businaro, che a loro volta hanno messo nel mirino Palazzo Balbi. 

«La Regione Veneto - spiegano - avrebbe la possibilità di intervenire e di ridurre i disagi. Uno dei problemi è l’elettrificazione di due terzi dei 97 chilometri e il potenziamento della capacità della linea. Il costo è tutt’altro che esorbitante, circa 30 milioni di euro, ma sembra mancare del tutto la volontà politica. Infatti, non c’è un euro disponibile per il potenziamento della linea». Nella notta diffusa, i tre affermano inoltre che la Regione «ha rinnovato a gennaio il contratto di servizio assicurando a Trenitalia, senza gara pubblica, quindici anni di gestione delle ferrovie regionali per la cifra di 4,5 miliardi di euro».
Il bacino di utenza della linea, ricordano Zardini, Crivellari e Businaro «è in teoria molto ampio, circa 430 mila persone. La tratta avrebbe le potenzialità per trasportare un numero di pendolari superiore rispetto a quello odierno, con vantaggi enormi sulla sicurezza, sul traffico in ingresso e uscita dalle città di Rovigo e Verona e sulla qualità della vita dei lavoratori».

Negli ultimi anni, però, sottolinea il rapporto di Legambiente, c’è stato un deterioramento del servizio. Quindici anni fa il treno più veloce impiegava 1 ora e 25 minuti, oggi 16 minuti in più. Non ci sarebbe poi un sistema di bigliettazione unica che agevolerebbe gli spostamenti tra le diverse località lungo la linea. «Poiché l'accordo tra Trenitalia e Regione prevede investimenti in cambio di una concessione di 15 anni nella gestione del servizio (10 + 5 in opzione), la Regione deve utilizzare parte di quelle risorse che, lo ricordiamo arrivano dallo Stato e non dal bilancio regionale, per il potenziamento di alcune linee in particolare dove il servizio è particolarmente deficitario in termini di tempi, continuità e qualità», hanno concluso Zardini, Crivellari e Businaro.

La replica dalla Regione non si è però fatta attendere. 

«Se i rappresentanti del Pd di Rovigo e Verona hanno la necessità di dire la loro sui problemi dei trasporti, almeno lo facciano dopo essersi documentati e non con interventi confusi e strampalati che creano solo disinformazione e non contribuiscono certo a far comprendere ai cittadini quali sono le reali iniziative da attuare per migliorare la qualità dei servizi».

Risponde così l’assessore ai trasporti della Regione del Veneto, Elisa De Berti, ai tre democratici.

«Nella loro disamina arruffata e inconcludente – precisa l’assessore – i tre arrivano persino a confondere i ruoli di RFI, gestore dell’infrastruttura ferroviaria, e Trenitalia, società incaricata dello svolgimento del servizio su tutta la rete veneta fuorché proprio della tratta Verona-Rovigo e della Rovigo-Chioggia. Ma oltre a questo svarione, dimenticano, o meglio, omettono di ricordare che sin dalle prossime settimane sono previsti interventi di potenziamento dei servizi e che nei prossimi anni sono già stati decisi importanti investimenti per riqualificare complessivamente il collegamento ferroviario in quest’area».

De Berti evidenzia che, in via sperimentale, dal prossimo 7 gennaio, opereranno sulla linea quattro nuovi “regionali veloci” che, oltre a migliorare i tempi di percorrenza, avranno ricadute positive sulla qualità della vita di lavoratori e studenti. «Sarà garantito l’accesso a Verona già dalle prime ore della mattina – spiega l’assessore –, in tempo per fruire dei principali servizi ferroviari nazionali, mentre i nuovi servizi serali, potenziati ulteriormente nei giorni festivi, permetteranno agli utenti di prorogare la propria permanenza in città anche nella fascia serale».

«Per quanto riguarda l’elettrificazione della linea – continua De Berti –, in sede di revisione dell’accordo quadro sottoscritto dalla Regione con RFI alla fine del 2016, abbiamo proposto di realizzarla sul tratto di 20 chilometri tra Cerea e Isola della Scala, al fine di completare l’elettrificazione tra Verona e Legnago, circa 48 km».

«Ma gli interventi che in questa fase sono prioritari, e non perché lo dico io ma perché viene richiesto a viva voce dal territorio – prosegue l’assessore –, sono quelli di eliminazione dei troppi passaggi a livello presenti lungo tutta la tratta, che sono spesso causa di ritardi e disservizi. E in tal senso abbiamo recentemente sottoscritto un protocollo d’intesa con Rete Ferroviaria Italiana per la soppressione di 50 passaggi a livello nel territorio regionale, dei quali più di un terzo, ben 18, sono lungo la linea ferroviaria Verona-Rovigo. Portate a compimento queste opere, avremo sicuramente ricadute positive in termini di puntualità, affidabilità e sicurezza».

«Ma sono anche previsti importanti finanziamenti per il completo rinnovo della flotta dei treni – conclude De Berti –: la Giunta regionale ha infatti già previsto di destinare 24 milioni del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, che determineranno un investimento complessivo di circa 40 milioni di euro, per l’acquisto di nuovi convogli da assegnare prioritariamente alle linee Verona-Rovigo e Rovigo-Chioggia. Se aggiungiamo a tutto ciò che la Regione del Veneto integra annualmente con circa 25 milioni di euro le risorse stanziate dallo Stato per la gestione dei contratti dei servizi ferroviari di interesse regionale e locale, la polemica sollevata dagli esponenti del Pd appare ancor più pretestuosa e inutile».

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