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Martedì, 30 Aprile 2024
Attualità Rivoli Veronese / Strada Provinciale 29

Eccellenza nel campo della salute mentale, La Groletta chiude per sfratto

Da più di 15 anni, l'attività forniva accoglienza e una vera opportunità di lavoro ad oltre 30 pazienti ogni anno. «Abbiamo fatto il possibile, ma il capitolo è chiuso. Siamo comunque pronti a ripartire perché la strada percorso ci stava portando nella giusta direzione»

Chiude definitivamente la Groletta, lo storico ristorante e casa per ferie di Rivoli Veronese. Da oltre 15 anni rappresentava una eccellenza nel campo della salute mentale. Attraverso le attività della comunità alloggio e i servizi ricettivi e di ristorazione, il locale forniva accoglienza e una vera opportunità di lavoro ad oltre 30 pazienti ogni anno.

«Abbiamo creduto fin dal primo giorno a questo progetto, ci abbiamo lavorato insieme all'Ulss e ne abbiamo definito nel tempo i contorni e gli obiettivi - ha commentato Elena Brigo, presidente di Panta Rei, la cooperativa che aveva creato la Groletta - L'abbiamo visto crescere, ne abbiamo toccato con mano i risultati positivi sulla vita e sulla salute dei nostri pazienti. Siamo fieri di quello che abbiamo fatto. Ora c’è molta tristezza e, sinceramente, anche un po' di solitudine».

La Groletta era nata nel 2007 come un progetto sperimentale lungimirante ed innovativo. La straordinarietà e la complessità del progetto consisteva nell’aver fatto confluire nello stesso luogo la comunità alloggio, i laboratori socializzanti per i pazienti con il ristorante e la casa per ferie, oltre alle attività commerciali della cooperativa. E le persone con fragilità di tipo psichico potevano accedere a tutti o ad alcuni di questi servizi, coerentemente alle proprie necessità e i propri desideri, ridisegnando per loro stessi una quotidianità che li vedeva il più possibile integri ed integrati con il mondo.

Il faro che guida da sempre la cooperativa è lo sforzo di realizzare un modello di presa in carico globale della persona nelle sue necessità di cura, di residenzialità, di creazione di relazioni, di lavoro, di gestione del tempo libero. Un luogo dove realizzare davvero un approccio complesso alla salute mentale e dove le determinanti sociali fanno parte delle e strategie di intervento e di progettazione dei servizi.

«Nell’ultimo anno abbiamo tentato in ogni modo di trovare una soluzione ad un problema anche piuttosto banale, quello di un mancato accordo con la proprietà dell’immobile e la cooperativa per subentrare al contratto di affitto in essere con l'Ulss 9 - ha spiegato Brigo - È stato un anno difficile, a cui abbiamo cercato di fa fronte con proposte, soluzioni e alternative, abbiamo cercato confronti e supporto anche sui territori che ci hanno visti presenti da molti anni. Non siamo riusciti a trovare una soluzione percorribile, e i tempi dello sfratto sono arrivati. Per serietà nei confronti di nostri pazienti non abbiamo più potuto procrastinare questa difficile decisione. Non vogliamo ripercorrere quanto accaduto. Per noi, in questo momento è fondamentale far sapere a tutti coloro che ci hanno sostenuto, ai nostri pazienti e ai loro famigliari che abbiamo fatto tutto quello era possibile e soprattutto siamo convinti che questo modello che ora trova una battuta d’arresto sia davvero il modello vincente».

In questi anni la comunità alloggio La Groletta ha ospitato, in convenzione con l'Ulss 9, oltre 80 pazienti provenienti principalmente dal territorio dell’Alto Lago e dell'Ovest Veronese. Per molti di loro vivere in questa comunità ha significato anche accedere ad opportunità formative, a esperienze di relazioni autentiche con gli altri pazienti, con la comunità e con i clienti e i fornitori del ristorante. Molti di loro, soprattutto, hanno potuto fare in questi anni esperienze concrete di un lavoro vero, essere inseriti in un reale contesto di mercato. Sentirsi parte di un’ impresa che aveva obiettivi e risultati veri li ha messi costantemente in contatto che le proprie risorse ottenendo grandissimi vantaggi da un punto di vista delle capacità relazionali, dell’acquisizione di autonomie e ma anche del benessere psicofisico.
E per avere contezza dell’effettiva validità di questo modello, Panta Rei nel 2018 si è resa disponibile come un caso studio per una ricerca realizzata dal Centro Studi Socialis e dal dipartimento di psichiatria dell'università di Verona. La ricerca conferma che i pazienti inseriti all’interno del progetto di Panta Rei non solo stanno meglio di coloro che, con uguale diagnosi, non sono impegnati in percorsi lavorativi, ma rappresentano anche un risparmio per la collettività.
«Questi sono sicuramente numeri importanti e la ricerca ci ha restituito scientificamente quello che avevamo riscontrato con il nostro lavoro quotidiano e che ci spingeva a proseguire sulla nostra strada - ha concluso la presidente di Panta Rei - La scelta di affidare a una voce terza la validazione di questa idea è stato un ulteriore gesto di serietà della nostra cooperativa che nel tempo non ha mai smesso di mettere al centro le sue persone. Per questo la chiusura della Groletta non è per noi uno stop definitivo al nostro impegno per cercare soluzioni sempre nuove, efficaci e sostenibili ai temi della salute mentale. Ci siamo presi un po’ di tempo per assorbire un brutto colpo e riprenderci dalla delusione. Ma adesso siamo pronti a ripartire, a cercare nuovi interlocutori e partner perché non vogliamo abbandonare la strada che ci stava portando nella giusta direzione, perché vogliamo continuare a guardare negli occhi i nostri pazienti certi che stiamo facendo del nostro meglio. La Groletta è un capitolo che si è chiuso, sapremo ripartire da questa storia e ne costruiremo insieme sicuramente un'altra, forti del nostro coraggio e della presenza di tutti i nostri soci».

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