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Incontro sulle foibe in università, Suv replica: «Attacchi falsi e faziosi»

Gli attivisti di Assemblea 17 Dicembre avevano definito l'appuntamento di lunedì 11 febbraio «una discussione di stampo neo-fascista». Gli organizzatori rispondono: «Cercano a tutti i costi la strumentalizzazione politica»

Nessun passo indietro. Lunedì 11 febbraio, alle 17.30, nell'aula 2.5 del Polo Zanotto dell'Università di Verona si terrà l'incontro dal titolo «Colpevoli di essere italiani - La verità infoibata», organizzato dall'associazione culturale studentesca Suv (Studenti universitari veronesi) in occasione del Giorno del Ricordo.
«Siamo orgogliosi e fieri di essere riusciti a riportare la tragedia nazionale delle foibe dentro le aule dell'università di Verona - scrivono i membri del Suv - Quale miglior luogo, infatti, per raccontare, divulgare e far comprendere i terribili momenti vissuti dagli esuli di Istria, Fiume, Dalmazia, Trieste, attraverso la testimonianza vivente nella voce di Anna Rismondo, esule istriana e membro dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia. Accanto a lei, sarà fra i relatori dell'evento anche Gian Paolo Sardos Albertini, avvocato, delegato Lega Nazionale e figlio di italiani anch'essi esuli».

L'appuntamento è stato criticato dagli attivisti di Assemblea 17 Dicembre che lo avevano definito «una discussione di stampo neo-fascista», ma Luca Capuzzo, presidente del Suv, specifica: «Non c'è da parte nostra un intento provocatorio e nemmeno didattico. Esistono documentari e libri sull'argomento. Noi offriamo un'occasione per chi si sente toccato da quella vicenda per donare, con la propria presenza, un pensiero alle vittime». E più diretto nella replica è stato Leonardo Frigo, socio fondatore Suv. 

Attaccano l'istituzione universitaria e la nostra associazione, cercando a tutti i costi la strumentalizzazione politica e lo scredito con attacchi falsi e faziosi che rappresentano una vergogna schifosa e inaccettabile - ha detto Frigo - La città di Verona è perfettamente in linea con tantissime altre realtà del nostro Paese nella promozione culturale, a tutti i livelli della società, di convegni, documentari, mostre e seminari relativi al dramma delle foibe. Il nostro evento si colloca esattamente in questo respiro.

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