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Incidenti sul lavoro, i sindacati: «La prevenzione non è ancora sufficiente»

Dopo la tragedia della scorsa settimana avvenuta a Orti di Bonavigo, Cgil, Cisl e Uil chiedono «in primis di una formazione vera che coinvolga dipendenti, titolari e preposti»

L’ennesimo episodio. Ancora una volta. Il lavoro svolto senza sicurezza ha aggiunto un'altra vita persa per ricordare che la morte non va mai in vacanza.

Inizia così la nota diffusa che porta la firma di Floriano Zanoni (Cgil), Fabrizio Creston (Cisl) e Lucia Perina (Uil), dopo l'ennesimo incidente sul lavoro avvenuto giovedì scorso, a Orti di Bonavigo, che è costato la vita ad un operaio di 57 anni

Colpisce lavoratrici e lavoratori sui tetti, nelle fabbriche, sulle strade a dimostrazione che la prevenzione non è ancora sufficiente. La consapevolezza che lavorare in certe condizioni può togliere la vita è ancora scarsa, sottovalutata, soprattutto in un periodo in cui il ricatto del lavoro è alto, come è elevata la precarietà (più posti di lavoro ma con il calo di un milione di ore lavorate).

I due episodi di oggi accaduti a Bonavigo con la caduta mortale di un lavoratore dal tetto e a Roverchiara (dove due autisti sono stati coinvolti in un tamponamento), al netto delle verifiche del caso, ribadiscono la necessità in primis di una formazione vera che coinvolga dipendenti, titolari e preposti. Occorre unire le forze contro i diplomifici che producono falsi attestati ma soprattutto che le parti sociali si facciano carico di un cambio di passo verso Accordi Territoriali o aziendali migliorativi della legge: che incentivino gli attori a nuove soluzioni e sperimentazioni. Con alcune associazioni di imprese più attente ci stiamo provando da tempo. Continueremo a sollecitare tutte e parti datoriali e gli enti preposti, magari se serve anche attraverso la Prefettura di Verona

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