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«Pnrr stanzia soldi per i muri e non pensa a chi mettere a lavorare in questi muri»

Il programma di Rai 3 Report ha trasmesso l'inchiesta "Finché c'è la salute" in cui si approfondiscono anche i limiti della sanità veronese, tra riorganizzazione e carenza di personale

Venerdì scorso, 2 dicembre, il direttore dell'Ulss 9 Scaligera Pietro Girardi ha mostrato la mappa della nuova sanità territoriale del Veronese. Grazie ai fondi dell'Ulss, ma soprattutto ai soldi del Pnrr, è prevista l'attivazione di 14 ospedali di comunità, 45 case della comunità e 8 centrali operative territoriali. Strutture che, con medici ed infermieri, dovranno offrire quell'assistenza sanitaria di base utile a non sovraccaricare di lavoro gli ospedali.

Tempo tre giorni e l'argomento è stato affrontato dal programma di giornalismo investigativo Report. Nella puntata di ieri, 5 dicembre, la trasmissione televisiva di Rai 3 condotta da Sigfrido Ranucci ha messo in onda l'inchiesta intitolata "Finché c'è la salute" firmata da Claudia Di Pasquale, con la collaborazione di Cecilia Bacci e Eleonora Zocca, le immagini di Giovanni De Faveri e Paolo Palermo ed il montaggio di Daniele Bianchi e Andrea Masella. L'inchiesta ha affrontato il tema della sanità nazionale e in una parte si è concentrata sulle difficoltà della sanità veronese.

E la prima difficoltà è la carenza di medici di base, testimoniata dall'ex sindaco di Trevenzuolo Osvaldo Zoccatelli. Da più di 36 anni, Zoccatelli è medico di medicina generale a Trevenzuolo e dal maggio scorso potrebbe andare in pensione. Ma pur di non lasciare i suoi pazienti senza medico, ha scelto di continuare l'attività. Zoccatelli ha raccontato che ha telefonato a colleghi, ha promesso di lasciare al sostituto pazienti e ambulatorio arredato, ma nessuno si è fatto avanti.
Un problema che riguarda anche le case di comunità, dove i medici di base dovrebbero lavorare insieme ad infermieri e ad altre figure professionali per dare risposte di tipo sanitario alle richieste dei cittadini. In provincia di Verona, ne sono previste 45 secondo il piano di Girardi. Ma secondo la dottoressa Mara Cabriolu «il Pnrr ha stanziato soldi per i muri e non ha pensato a chi mettere a lavorare in questi muri. E poi le case di comunità sono state disegnate nel Veronese in maniera schifosa. I medici di base devono dedicare 6 ore del loro tempo in queste case di comunità, ma ad esempio il medico di Malcesine deve andare in una casa di comunità a Bussolengo e quindi farsi 49 chilometri. E un anziano di Malcesine, che non ha la patente, che se ne fa di un medico disponibile qualche ora a Bussolengo?».

L'inchiesta di Report ha bussato anche alla porta del direttore dell'Ulss 9, il quale ha confermato che le case di comunità previste nel Veronese sono 45, ma quelle finanziate dal Pnrr sarebbero solo 15 a cui si aggiungono altre 4 inserite nella programmazione regionale. Inoltre, sia a Girardi che all'assessore regionale alla sanita Manuela Lanzarin, è stato chiesto il perché negli ospedali pubblici siano stati tagliati i posti di lungodegenza, che invece sono aumentati nei privati accreditati. «È una questione di riorganizzazione interna», ha risposto Lanzarin.

Privati accreditati verso cui il Cup dirotta anche alcune richieste di esami non eseguibili in tempi ragionevoli nelle strutture pubbliche, come riferito dalla consigliera comunale di Isola della Scala Maddalena Salgarelli. E proprio a Isola della Scala doveva nascere un punto di primo intervento, che ancora non c'è.

Intanto, la carenza di personale si fa sentire anche al pronto soccorso di Legnago. «Mancano i medici», ha dichiarato Anna Maria Ferrazzano, vicesindaca di Bovolone, la quale lavorava all'ospedale San Biagio di Bovolone, dove ora rimane solo il punto di primo intervento.

«I pronto soccorso sono in affanno in tutta Italia - ha replicato Lanzarin - Abbiamo fatto i bandi ma sono andati deserti. Non si riesce a recuperare il personale».

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