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Riforma del codice della strada «inefficace» per Legambiente e Fiab

Corrado Marastoni e Chiara Martinelli: «Punta su interventi più di immagine che applicabili e volutamente non interviene sugli eccessi di velocità»

Fiab e Legambiente Verona esprimono forte preoccupazione sulla riforma del codice della strada attualmente in discussione al Parlamento. E le due associazioni hanno aderito alla mobilitazione nazionale "Stop al nuovo codice della strage" indetta da Fevr (Federazione europea delle vittime di violenza stradale), Aifvs (Associazione italiana familiari e vittime della strada) e dalla piattaforma di associazioni che chiedono l'abbassameno del limite di velocità nelle città a 30 chilometri orari.

«La tragica conta dei morti nel 2023 per incidenti stradali in Italia parla di 440 pedoni (più di uno al giorno e sei nel Veronese) e 197 ciclisti (più di uno ogni due giorni, con un ciclista e un monopattinista nel Veronese) - hanno dichiarato Corrado Marastoni, presidente di Fiab Verona, e Chiara Martinelli, presidente di Legambiente Verona - Numeri impressionanti, percentualmente il doppio della Germania e il triplo del Regno Unito. Di fronte a questa realtà il disegno di legge governativo punta su interventi più di immagine che applicabili, come sanzioni aumentate per chi guida in stato di alterazione o usando il telefonino. Ma volutamente non interviene su quella che i dati concreti indicano con chiarezza come principale causa o concausa degli incidenti, ovvero l’eccesso di velocità specie nelle aree urbane. Il provvedimento mostra, al contrario, la volontà di andare in direzione opposta, ostacolando l’applicabilità nelle città delle Ztl e delle Zone 30, delle novità del codice per la mobilità sostenibile e dell’uso dei sistemi di rilevazione della velocità. E, per contro, dedica alla mobilità sostenibile passaggi surreali come ad esempio l’obbligo di distanza di un metro e mezzo da un ciclista nei sorpassi "ma solo dove le condizioni della strada lo consentano"».

La riforma viene dunque giudicata «un cinico inchino alle pulsioni di un popolo di elettori "piloti"», hanno aggiunto Marastoni e Martinelli, i quali temono si tratti di un provvedimento inefficace. «Per questo auspichiamo - concludono - che si decida di tornare a muoversi nella direzione che da tempo l’Europa indica, ovvero la moderazione del traffico e l’incentivazione della mobilità sostenibile».

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