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Per i 75 anni del Festival Shakespeariano a Verona i musei civici diventano "teatro"

Al Maffeiano Valter Malosti con il sound designer Gup Alcaro. E poi la danza inclusiva di Chiara Frigo e Marcella Galbusera. Protagonista il pubblico per un "Festival diffuso"

L’estate nei musei di Verona si colora di suoni, parole e coreografie. Il Lapidario Maffeiano e il Cavalcaselle -Tomba di Giulietta diventano "palcoscenico" per il 75° Festival Shakespeariano. Nel mese di luglio, gli spazi espositivi della città coinvolgeranno il pubblico in spettacoli dal vivo di prosa, musica e danza. Un’esperienza unica. L’Estate Teatrale Veronese, realizzata dal Comune di Verona, in collaborazione con Arteven e con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Veneto, allarga gli orizzonti, per un Festival diffuso, in grado di coinvolgere l’intera città.

A Verona un ricchissimo programma per i 75 anni dell’Estate Teatrale Veronese e del Festival Shakespeariano: «Una lunga storia d’amore»

Per due serate, il 4 e 5 luglio, alle ore 21.15, il cortile del Museo Lapidario Maffeiano sarà la cornice dei Poemetti di Shakespeare. L’artista, regista e attore Valter Malosti porterà in scena Venere e Adone e Lo Stupro di Lucrezia. Produzioni minori del Bardo rese contemporanee dallo straordinario lavoro musicale realizzato da Gup Alcaro, musicista e sound designer. Una sinergia che, tra il colonnato e le lapidi del Maffeiano, cornice dello spettacolo, diventerà puro incanto per soli 99 spettatori a serata. Produzione di ERT Fondazione.

Shakespeare in Waltz, invece, porterà in scena creazioni musicali dal vivo e ritmi storici del valzer, fino alle più recenti contaminazioni jazz e popolari-contemporanee. Una fusione tra l'azione performativa dei danzatori e quella partecipata del pubblico, articolata in 3 diversi pomeriggi, dal 22 al 24 luglio alle ore 19. Ogni evento, firmato da Marcella Galbusera, si svolgerà al Museo degli Affreschi Cavalcaselle con un programma collegato a 3 differenti temi shakespeariani. 

Le serate dal 22 al 24 luglio proseguiranno poi al Museo Lapidario Maffeiano dove, dalle ore 21, verrà replicato per tre giorni consecutivi lo spettacolo Ballroom. A cura di Chiara Frigo, coreografa e co-direttrice artistica di Zebra Cultural Zoo, è un progetto di comunità e arte partecipata che prevede il coinvolgimento del pubblico. Un’edizione evento che festeggia 10 anni. Una performance, ogni volta diversa, che sviluppa l’idea di un movimento inclusivo ed intergenerazionale, capace di far danzare gli spettatori con i performer. Per la speciale versione veronese saranno coinvolti 30 interpreti, provenienti da tutta Italia.

Mercoledì mattina, a Palazzo Barbieri, hanno presentato gli spettacoli l’assessora alla cultura Marta Ugolini, il direttore artistico dell’Estate Teatrale Veronese Carlo Mangolini, la direttrice dei Musei Civici Francesca Rossi, Marcella Galbusera per Shakespeare in Waltz e Chiara Frigo per Ballroom. Collegato da remoto l’attore e regista Valter Malosti. «Il museo diventa luogo di incontro e di sperimentazione per linguaggi artistici differenti - ha affermato l’assessora Marta Ugolini -. Un modo per sperimentare, anche attraverso il corpo, la bellezza non solo degli occhi ma anche dei sensi. Portare gli spettacoli in luoghi inconsueti non è semplice, ma il lavoro di squadra permette di trasformare le idee prima in progetti e poi in realtà».

«I giardini dei musei sono spazi espositivi a tutti gli effetti - ha poi spiegato la direttrice Francesca Rossi -. Questi luoghi, abitati da opere d’arte, saranno uno stimolo per gli artisti che si esibiranno così come per il pubblico che vivrà esperienze uniche in magiche atmosfere». Il direttore artistico Carlo Mangolini ha quindi aggiunto: «Verona è ricchissima di spazi e sollecitazioni, per questo, fin dalla mia prima direzione artistica, ho fortemente voluto coinvolgere altre location per arricchire la programmazione dell’Estate Teatrale Veronese. Quest’anno vedremo nei musei tre produzioni che affronteranno diversi temi, diversi linguaggi, nel segno di Shakespeare». L'attore Valter Malosti ha rivelato: «È una grande emozione essere presente per la prima volta a questo Festival. Sarà un’esperienza magnifica dar vita ai Poemetti, un viaggio nella mente di Shakespeare. Le due opere sono tavola rovesciata una dell’altra, al centro due personaggi femminili molto forti come Venere e Lucrezia».

«Proporremo tre serate e altrettante tematiche, dalla festa di Romeo e Giulietta al vento della Tempesta fino agli artigiani del Sogno di una notte di mezza estate. - ha infine dichiarato Marcella Galbusera - Il pubblico sarà coinvolto secondo le proprie capacità, abilità e volontà. E la musica dal vivo farà da collante. La danza è per tutti». Chiara Frigo conclude: «Questa tappa veronese celebra i 10 anni del progetto Ballroom che ha girato ben quattro nazioni creando una comunità internazionale. Al Museo Lapidario il pubblico vivrà un’esperienza da vivere più che da vedere e ascoltare. La danza è arte partecipativa, tutti potranno prendere parte alle performance».

Poemetti shakespeariani

Venere e Adone e Lo stupro di Lucrezia diventano suono contemporaneo che evoca il senso del racconto. I due poemetti, composti tra il 1593 e il 1594, sono le uniche opere di Shakespeare di cui l’autore abbia curato la stampa personalmente, cosa mai accaduta né con le sue opere teatrali né con i più famosi Sonetti. E si possono dunque considerare come gli unici e certi originali di quell’autore dai contorni incerti che porta il nome di William Shakespeare.

L’alta densità musicale degli spettacoli, pluripremiati, ha convinto Valter Malosti a proporne una versione senza scena, se non quella, ricchissima, sonora. Shakespeare qui dispiega la sua potentissima lingua e la capacità geniale di mescolare comico e tragico, leggero e profondo, orrore e parodia, con una specie di equilibrio incantatore che ci inghiotte nella musica delle parole senza concederci una qualche sospensione liberatoria.

Venere e Adone sfugge a qualsiasi definizione: comico oppure tragico, leggero oppure profondo, un inno alla carne oppure un ammonimento contro la lussuria: il poemetto è un mixtum in cui tutti i termini di queste antitesi sono simultaneamente veri. Venere è una dea/macchina, dea ex machina ma anche sex machine. Una macchina di baci, una macchina schizofrenica di travestimento, una macchina di morte per l’oggetto del suo amore. Adone ricorda il giovane dei Sonetti. Il montaggio fonico attinge alle fonti acustiche più disparate, ai suoni della quotidianità sovrapposti a frequenze elettroniche e distorsioni, filtrando il tutto con musica elisabettiana e contemporanea. Musica come camera d’eco dei personaggi, come cartina di tornasole del loro spirito, musica che penetra dentro il testo, talvolta lo accarezza, più spesso entra in conflitto con esso per far schizzare scintille che ustionano ma anche illuminano.

Con Lo stupro di Lucrezia i due poemetti sembrano formare una specie di dittico simmetricamente contrappuntato, in cui la seconda tavola rovescia la prima: dallo sfondo giorgionesco del primo con conigli, cani, cavalli e cinghiali, si passa ad un tragico notturno, immerso in una livida oscurità caravaggesca squarciata dalla luce di una torcia. Per il grande poeta inglese Ted Hughes, autore di un visionario e misterico saggio/poema "Shakespeare and The Goddess of Complete Being", questi poemetti, scritti quando i teatri londinesi erano chiusi per la peste, sono la base in cui individuare idealmente tutta la strategia poetica e i fondamenti metafisici dell’intera opera shakespeariana. La storia di come Tarquinio stupri Lucrezia, invasato di lei dopo le lodi del marito Collatino all’interno di una bizzarra gara tra generali, e di come il suicidio della vittima spinga il popolo romano a ribellarsi e a liberarsi dal giogo della tirannia monarchica, era stata succintamente narrata da Tito Livio, Ovidio e poi da Chaucer. In Shakespeare la voce di Lucrezia si dilata e diviene uno dei più alti esempi di meditazione sulle conseguenze dello stupro visto dalla parte di una donna, attraverso un’ingegnosa serie di lamentazioni, introspezioni, allegorie, invettive contro il Tempo, la Notte, l’Occasione, e in una ekphrasis che è capolavoro assoluto: la descrizione di un quadro di argomento troiano, in cui il sacco della città diviene la violazione della donna.

Shakespeare in Waltz

Il progetto si ispira liberamente ad alcuni personaggi e temi dell'opera di Shakespeare e prevede l'accompagnamento di creazioni musicali dal vivo e di ritmi storici del valzer, fino alle più recenti contaminazioni jazz e popolari-contemporanee. Il progetto, il cui intento finale è quello di fondere l'azione performativa dei danzatori con quella partecipata del pubblico, si articola in 3 serate, ognuna con un programma diverso, che prevedono un breve momento performativo collegato a 3 differenti temi shakespeariani. Sulla scia dei contenuti di ogni performance e attraverso le strategie di Dance Well, segue il coinvolgimento del pubblico, il quale viene invitato a partecipare individualmente e attivamente non solo attraverso l'interpretazione coreutica ma creando un vero e proprio evento all'interno della serata.

Un incontro creativo che include persone di qualsiasi età, anche con diverse abilità, e che favorisce aggregazione in ambienti di pregio artistico e storico. Il momento performativo di intrattenimento, che precede l'azione con il pubblico, ha la funzione di favorire l’intervento successivo degli spettatori, così come i ritmi del valzer, e delle creazioni musicali dal vivo, mirano a sollecitare e facilitare il coinvolgimento di quest'ultimi. Ogni individuo mette in gioco la propria espressività, secondo le singole capacità, in un contesto comunitario, sperimentando e scoprendo la preziosità di spazi artistici cittadini in modo diverso e coinvolgente.

Ballroom

Rivolta a persone idealmente comprese tra i 15 e 99 anni, Ballroom è un’esperienza di formazione e di trasmissione tra le generazioni. Ballroom si struttura sulla base di una play-list in cui ogni singola canzone diventa il tema di un quadro. La play-list può cambiare da una serata all’altra e al termine è previsto un Dj set che apre la serata ad una danza collettiva. I linguaggi usati sono quelli del movimento, della performance live e della parola. I brevi testi, condivisi dai performer con uno spettatore alla volta, hanno carattere autobiografico e rappresentano un percorso drammaturgico per evocare negli spettatori ricordi e memorie di eventi che hanno segnato le loro vite.

Un rettangolo di sedie è la cornice in cui la performance prende vita: la sala da ballo come contenitore della memoria, amori e passioni vissute, oppure semplicemente sfiorate, fuggevoli apparizioni di partner osservati dalla distanza di una sedia posta all’altro estremo di una stanza. In un’atmosfera carica di intimità, gli spettatori compiono un viaggio nei loro ricordi grazie all’empatia che si crea con gli interpreti. E così, la semplice geometria di un luogo si trasforma in una sala da ballo, quell’immaginario collettivo di una tradizione ormai perduta, che qui si arricchisce di elementi pop e di richiami al mondo dello speed dating. Ballroom è un progetto di inclusione che si fonda su un piano orizzontale e pone al centro la relazione umana, il desiderio di parlare a tutti, il coraggio di osare, agire e compiere un cambiamento.

Informazioni e contatti

Tutte le informazioni relative alla biglietteria, così come il programma completo sono disponibili sul sito: www.spettacoloverona.it. Biglietti in prevendita al Box Office di via Pallone e sul  sul sito www.boxol.it.

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