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Festa del Popolo Veneto, gli auguri di Zaia: «Aspiriamo alla pace»

Il messaggio del presidente della Regione: «Siamo un popolo che vuole essere orgoglioso della sua storia e del suo presente. Certi di questa identità guardiano serenamente a un futuro contrassegnato dall'autonomia»

«Il 25 marzo è il giorno in cui ripensare alle nostre radici, in cui riconoscere l'identità che ci accomuna nella cultura e nella nostra lingua veneta. In un frangente storico di forti tensioni, conflitti e crisi internazionali, non possiamo non riflettere sulla bandiera secolare delle genti venete con il Leone Marciano, l’unica nella storia su cui campeggia la parola "Pace". Un messaggio che, insieme alla proverbiale laboriosità e alla visione del futuro che da sempre contraddistingue questa terra, esprime quella che è la vera aspirazione dei veneti». Queste le parole del presidente della Regione Veneto Luca Zaia per la Festa del Popolo Veneto che si celebra oggi, 25 marzo, e che è stata istituita con legge regionale del 2007.

«Da sempre il Veneto è legato da un forte senso di comunità - ha aggiunto Zaia - che non esprime chiusura o limitatezza, ma anzi è spinta al dialogo e forza per stringere contatti e rapporti. Lo conferma la formula di saluto più conosciuta nel mondo: "Ciao", che deriva da una parola veneta ed è oggi un passpartout nelle relazioni interpersonali. La festa è dedicata a questi valori, alla nostra storia: ci dice che siamo aperti a tutto il mondo, nella consapevolezza, però, delle nostre peculiarità. Il Veneto si è conquistato un ruolo come uno dei principali poli produttivi del mondo, capace di affermarsi ovunque ma saldamente ancorato al territorio, producendo progresso e benessere. Buona festa a tutti, siamo un popolo che vuole essere orgoglioso della sua storia e del suo presente. Certi di questa identità guardiano serenamente a un futuro contrassegnato dall’autonomia. Autonomia che non è e non vuole essere contro o a danno di qualcuno ma è un’occasione per tutte le regioni per vivere, in armonia con il dettato della Carta Costituzionale, le responsabilità da cui deriva il disegno del futuro».

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