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Il Veneto punta ad inserire anche le farmacie nella rete dei servizi antiviolenza

Un lavoro che sta impegnando la giunta regionale, l'Ordine dei farmacisti, Federfarma e Farmacie Unite. L'assessore Lanzarin: "Le farmacie possono essere uno sportello di informazione e di aiuto"

Anche le 1.417 farmacie del Veneto entreranno nella rete dei centri e delle strutture regionali antiviolenza. A questo stanno lavorando la giunta regionale, l'Ordine dei farmacisti, Federfarma e Farmacie Unite, in alleanza con i 21 centri antiviolenza del Veneto, le istituzioni, i servizi territoriali e i soggetti del Tavolo regionale antiviolenza che possono aderire al protocollo regionale per coordinare le iniziative di prevenzione e contrasto alla violenza di genere.

Le farmacie sono un servizio capillare che copre tutto il territorio regionale, un vero presidio sanitario e sociale - ha affermato l'assessore regionale al sociale Manuela Lanzarin -  Le farmacie possono essere uno sportello di informazione e di aiuto, un servizio di prossimità per informare e sensibilizzare in particolare le donne, sul tema della violenza e sulle risorse di aiuto disponibili. Sui banconi e nei dispenser delle farmacie, e soprattutto attraverso il dialogo competente con i farmacisti e i loro collaboratori, partirà una campagna regionale che renderà noti, in ogni territorio, i numeri di ascolto e di emergenza delle strutture e dei servizi ai quali rivolgersi nei casi di minacce, prevaricazioni, abusi, violenze.

I contenuti e modalità della campagna informativa e di sensibilizzazione saranno impostati in collaborazione con il Tavolo regionale e con i Centri antiviolenza. "In alcune aree del Veneto sono già in essere esperienze spontanee di collaborazione tra centri antiviolenza e farmacie - ha ricordato Lanzarin - dove si stanno sperimentando convenzioni per l'acquisto di farmaci e presidi sanitari per le ospiti delle case rifugio, oppure servizi di ascolto e di consulenza psicologica presenti a turno nelle sedi farmaceutiche. Sono esperienze da valorizzare ed esportare in tutto il territorio. Una rete capillare di operatori attenti e sensibili, capaci di veicolare l’informazione giusta al momento giusto, è la prima risorsa per fare prevenzione e offrire aiuto nelle situazioni più difficili e sommerse".

La rete territoriale disegnata dal protocollo regionale contro la violenza di genere impegna tutti i soggetti aderenti a condividere e fornire elenchi aggiornati della rete servizi territoriali e a favorire procedure di reperibilità h24 tra i soggetti della rete territoriale e di accoglienza e sostegno della donna ed eventuali figli minori vittime di violenza subita o assistita, oltre ad accordi per la copertura dei costi per la presa in carico delle donne vittima di violenza e percorsi di inserimento lavorativo.

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