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Classifica Ecosistema Urbano 2018, Verona perde 22 posizioni in un anno

Il Partito Democratico attacca l'amministrazione Sboarina: «La città è ferma dal punto di vista amministrativo e incapace di programmare un futuro di maggiore sostenibilità e benessere»

Immobilismo. Di questo l'amministrazione veronese di Federico Sboarina viene accusata dal Partito Democratico di Verona dopo la pubblicazione del dossier «Ecosistema urbano 2018», realizzato da Legambiente. Il rapporto dell'associazione ambientalista valuta le performance delle città italiane, stilando classifiche su diverse tematiche come la qualità dell'aria o il riciclaggio dei rifiuti e, infine, realizza una gradutoria complessiva sulla situazione ambientale nei centri urbani. Nella classifica dello scorso anno, Verona era riuscita a recuperare qualche posizione, piazzandosi al 45esimo posto. Mentre quest'anno la posizione è peggiorata, perché per leggere il nome del capoluogo scaligero nella classifica di Legambiente bisogna scendere fino al 67esimo posto. E tra le città venete prese in esame, peggio di Verona c'è solo Rovigo. Un peggioramento che il PD imputa all'amministrazione comunale veronese, colpevole di non aver fatto abbastanza per migliorare la qualità della vita dei propri cittadini.

La città è ferma dal punto di vista amministrativo e incapace di programmare un futuro di maggiore sostenibilità e benessere - scrivono i consiglieri comunali democratici - La qualità dell'aria che respiriamo continua ad essere critica mentre la risposta dell'amministrazione con i Mobility Days si rivela inefficace anche dal punto di vista educativo. Nel frattempo continua a mancare il Piano della mobilità sostenibile e i metri di isole pedonali e poste ciclabili pro capite conoscono addirittura una contrazione. Nessun progresso significativo è stato fatto sotto il punto di vista della raccolta differenziata, ferma da anni al 50%, o del recupero dello spreco idrico. Il nuovo direttore generale di Acque Veronesi, quando verrà individuato dal bando, si troverà quindi a partire dalla penultima posizione in classifica. In questa stasi, veniamo superati da città sia del Nord che del Sud che riescono a fare meglio di noi. Questa è solo una parte dei danni prodotti dall'amministrazione che non solo non riesce a mettere a frutto le tasse pagate dai veronesi ma è anche incapace di fare squadra con gli altri enti economici della città per disegnare un futuro di sviluppo.

E anche i parlamentari veronesi del PD hanno commentato i dati di Legambiente. «A Verona si vive peggio rispetto alla media delle città italiane - ha dichiarato il deputato Diego Zardini - E sembra esserci poca consapevolezza sulla gravità della situazione ambientale. Sollecito la giunta comunale ad affrontare con urgenza questioni cruciali come il trasporto pubblico, le polveri sottili, i consumi d'acqua combinati con una dispersione degli acquedotti superiore al 33%, una capacità di depurazione di appena l'80%, la mancanza quasi totale di isole pedonali, una produzione di rifiuti altissima e non compensata dalla raccolta differenziata. E la deputata Alessia Rotta ha aggiunto: «Siamo al 98esimo posto per i consumi idrici e all'86esimo per capacità di depurazione. L'inquinamento sale e i servizi pubblici scendono. Per combattere lo smog non bastano i Mobility Days, ci vuole il filobus e servono politiche di rigenerazione urbana per migliorare la qualità della vita e dell'aria».

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