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Ecosistema Urbano 2019, Verona stabile. Segala soddisfatta e criticata

L'assessore all'ambiente: «La classifica ci incoraggia a proseguire sulla strada intrapresa». PD: «Stallo causato dai continui tentennamenti dell'amministrazione». Bertucco: «Penalizzata su mobilità, gestione dei rifiuti e qualità dell'aria»

Trento, Mantova, Bolzano, Pordenone e Parma sono le prime cinque città della classifica di «Ecosistema Urbano 2019», la ricerca di Legambiente, Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore sulle performance ambientali dei capoluoghi di provincia.
Ad ogni capoluogo è stato assegnato un punteggio basato sui risultati qualitativi ottenuti nei diciotto indicatori conside­rati dalla ricerca, i quali coprono sei aree tematiche: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia. Nel computo complessivo è stata poi considerata l'assegnazione di un bonus per quelle città che si contraddistinguono in quattro ambiti: recupero e gestione acque, ciclo dei rifiuti, efficienza di gestione del trasporto pubblico, modal share.
I risultati di «Ecosistema Urbano 2019» sono stati presentati questa mattina, 28 ottobre, a Mantova e si possono consultare qui.

Verona si conferma anche quest'anno al 67esimo posto nella classifica, ma se la posizione è la stessa del 2018, ad aumentare è il punteggio assegnato alla città scaligera, passato dal 48,7% al 49,8%.
Un risultato giudicato positivo dal Comune, che sottolinea il miglioramento della qualità dell'aria in uno dei due indicatori: sulle Pm10 Verona resta stabile, ma migliora il dato sul biossido di azoto. Tra i parametri in miglioramento c'è il consumo idrico domestico, per il quale Verona è salita di 12 posizioni in classifica e cala anche la produzione di rifiuti urbani. Il capoluogo è inoltre salito di una posizione per le piste ciclabili e di due posizione per l'offerta del trasporto pubblico.

E tra le 31 "best practices 2019" premiate durante la presentazione di «Ecosistema Urbano 2019», ce n'è anche una di Verona: è la mappatura online del verde pubblico. Il progetto scaligero è stato premiato insieme ad esperienze selezionate in Italia perché dimostrano un cambiamento possibile.
Il "catasto" del verde veronese ha permesso di mappare 4 milioni e 836mila metri quadrati, suddivisi in 1.573 aree e 19 categorie: dai giardini agli impianti sportivi, dagli orti alle aree cani. È stato censito metro per metro, georeferenziato, fotografato e messo a disposizione di cittadini e professionisti. Per consultarlo, infatti, basta inserire in un qualsiasi motore di ricerca le parole "mappe Comune Verona" e accedere al portale con tutte le informazioni. E scegliendo la mappa "Parchi, Giardini ed aree verdi", appariranno tutte le zone censite.

La classifica 2019 ci incoraggia a proseguire sulla strada intrapresa - ha commentato l'assessore all'ambiente Ilaria Segala - Migliorare la qualità dell'aria nella Pianura Padana è un obiettivo che richiede molti soldi e l'impegno di tre Regioni. A Verona, con le politiche messe in campo, abbiamo migliorato almeno uno dei due fattori inquinanti, il biossido di azoto. Altri comportamenti virtuosi sono stati registrati dal report, segno evidente che la sensibilità ambientale si sta diffondendo fra i veronesi, che ringrazio. Modificare le abitudini quotidiane può sembrare difficile, invece basta poco e i giovani ci stanno dimostrando che è possibile. Sono soddisfatta dei piccoli progressi e per l’anno prossimo mi aspetto di scalare altre posizioni per le attività messe in campo nel 2019.

Ma il rapporto di Legambiente è oggetto anche di critiche all'amministrazione comunale veronese. I consiglieri del Partito Democratico Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani vedono nella classifica di quest'anno «il grave distacco, in termini di efficienza nella gestione del territorio, tra la nostra città e gli altri grandi centri urbani che gravitano nella nostra stessa area di influenza, cioè l'asse del Brennero e l'area del Garda. Trento, Mantova e Bolzano, o la stessa Brescia, si posizionano infatti ai primissimi posti della classifica o comunque entro i primi 30, mentre noi restiamo ben al di sotto della metà».
Grave, sempre per il PD, anche il distacco tra Verona e gli altri capoluoghi veneti. «Una situazione di stallo che sconta i continui tentennamenti dell'amministrazione sui temi caldi quali la chiusura del ciclo dei rifiuti, la riduzione del consumo di aree agricole, la riorganizzazione della mobilità cittadina - concludono Benini, La Paglia e Vallani - Le politiche delle alleanze con le altre multiuility del Nord, da un lato, e il tema del Pums, dall'altro alto, sono oggetto da anni di un inconcludente tira e molla. La rete ciclabile cittadina non solo non si allarga ma, con l'arrivo del filobus, è destinata a conoscere una sostanziale contrazione a causa degli errori di pianificazione. Tutto questo fa male alla città. Verona ha bisogno di scelte chiare che la mettano in grado di rilanciarsi e assumere il ruolo di guida di questa area vasta e di migliorare la qualità della vita per i suoi cittadini».

Sensibile alle tematiche ambientali anche il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco, che commenta la classifica di «Ecosistema Urbano 2019» con toni distanti da quelli utilizzati dall'assessore Segala. 

La città è fortemente penalizzata dall'assenza di politiche della mobilità, della gestione dei rifiuti e per il risanamento della qualità dell'aria - scrive Bertucco - Consumiamo troppo suolo e prestiamo poca attenzione al verde pubblico nei quartieri. Basti dire che gli alberi in città sono appena 19 ogni 100 abitanti contro i 34 di Milano, i 32 di Mantova, i 64 di Brescia. I metri quadri di verde fruibile per abitante dai noi sono appena 28,2 contro i 48,8 mq di Mantova, i 62,9 mq di Ferrara oppure i 414,9 mq di Trento.
Da decenni le amministrazioni comunali che si susseguono sono incapaci non solo di smaltire efficientemente i rifiuti esistenti (la nostra differenziata risulta ferma al 48%) ma non sanno mettere in campo nemmeno una politica di riduzione della produzione dei rifiuti procapite, che da noi resta di quasi 1,5 kg per abitante al giorno. Continuiamo a sprecare troppa acqua, mentre sotto il profilo della qualità dell'aria imperversano ozono e polveri sottili a seconda della stagione.
Abbiamo un piano per il risanamento della qualità dell'aria inapplicato da anni e un piano della mobilità sostenibile ancora fermo.

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