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Lorenzo Fontana non è più vicesindaco di Verona. Farà solo il ministro

Sono state presentate ufficialmente le dimissioni e ora non è più rinviabile la decisione su chi lo andrà a sostituire nella giunta di Federico Sboarina

Le si attendevano da tempo e adesso sono arrivate. Sono le dimissioni di Lorenzo Fontana che non è più assessore e vicesindaco nel Comune di Verona. Il 38enne Fontana si era già dimesso da parlamentare europeo, essendo stato eletto nella Camera dei Deputati lo scorso 4 marzo. Le due cariche, infatti, erano incompatibili e così Fontana ha scelto di dimittersi dall'incarico europeo. Non erano invece incompatibili il suo incarico da deputato e da vicesindaco di Verona, anche se sui doppi incarichi si era scatenata una polemica. Fin da subito, però, si visto che Fontana non sarebbe stato un semplice deputato. Prima è stato scelto come vicepresidente della Camera e poi, con la formazione del governo gialloverde, è entrato nell'esecutivo nazionale come ministro alla famiglia e alla disabilità, causando il primo imbarazzo al nuovo governo di Giuseppe Conte per la sua posizione nei confronti delle famiglie omosessuali.

Ed ora che Fontana si è dimesso non si può più rimandare la discussione sul suo sostituto in giunta. La carica di vicesindaco potrebbe passare a Luca Zanotto, mentre nella squadra del sindaco Sboarina potrebbe entrare un consigliere comunale leghista, si parla di Roberto Simeoni. Ma il nome su cui più di tutti si è discusso è quello di Enrico Corsi, già assessore quando era sindaco Flavio Tosi e attuale commissario di Ater. E sul ritorno in giunta di Corsi, il consigliere comunale di opposizione Michele Bertucco ha già espresso il suo parere critico.

Agsm e Agec senza direttore generale; Amia bloccata dai veti incrociati e che va verso un passivo di bilancio di mezzo milione di euro; una generale mancanza di direttive e di strategie nelle partecipate, e poi il tormentone politico dell'estate 2018 dovrebbe essere il rientro di Enrico Corsi in giunta? Ma mi faccia il piacere, direbbe Totò - scrive Bertucco - Come unica nota positiva il sindaco può portare l'annunciata riapertura del confronto tra Agsm e Aim Vicenza, ora che sono terminate le elezioni comunali a Vicenza ed ha prevalso anche lì il centrodestra. Sta però nella logica delle cose che il dialogo vero e proprio non verrà ripreso prima della fine dell'estate. Intanto, malgrado gli annunci di selezioni in corso, Agsm non ha ancora trovato il suo direttore generale e in Agec la casella viene sostituita da un facente funzioni. Anche in Solori è in corso una verifica sul direttore generale per quanto riguarda il lauto compenso accordato dalla precedente amministrazione. È l'immagine di una amministrazione in stallo incapace di dare una strategia amministrativa e una direzione salda sia agli uffici comunali che alle aziende. Bloccata dai perduranti scontri politici interni tra casalesi, leghisti e chi più ne ha più ne metta. Pensa davvero il sindaco di poter tirare a campare in questa situazione, con una parte della sua maggiorazione che rema costantemente contro?

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