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Filobus, Legambiente: «Sistema inadeguato a cui non si può rinunciare»

La sezione veronese dell'associazione ambientalista critica il modo in cui è stato portato avanti il progetto, ma non si schiera con chi lo vuole bloccare e avanza alcuni suggerimenti

«Un sistema inadeguato a cui però non si può rinunciare». Sembra quasi paradossale la descrizione del filobus fornita da Legambiente Verona. L'associazione ambientalista, infatti, non è fra quelle che hanno partecipato il mese scorso alle proteste contro l'abbattimento degli alberi in via Frà Giocondo; abbattimento funzionale alla realizzazione di un capolinea del filobus. Ma comunque non si è risparmiata alcune critiche, contenute in una serie di valutazioni recentemente esposte.

Per Legambiente Verona il progetto della tranvia a Verona è nato negli anni '90 e «se fosse stato affiancato ad un Piano della Mobilità avrebbe potuto essere un'occasione straordinaria per ripensare la mobilità e la qualità urbana della città», scrive l'associazione veronese.

Presentato e finanziato nel maggio 2000, per la realizzazione del primo lotto è stato dapprima cancellato per effetto del cambio della compagine amministrativa della città nel 2007, rinunciando al finanziamento pubblico di 125 milioni di euro già erogato, per proporre negli anni successivi un nuovo sistema su gomma, elettrico e a gasolio, a guida vincolata immateriale, modificato ancora una volta con l'attuale sistema tutto elettrico - racconta ancora Legambiente Verona - Naturalmente in questi vent'anni è stato modificato più volte il tracciato, ampliato, sostituito e integrato, stravolgendo sostanzialmente il progetto iniziale. In tutto questo percorso non sono mai state realizzate valutazioni di impatto ambientale o di compatibilità dei possibili impatti diretti, cumulativi e sinergici, con le caratteristiche dell'ambiente, né è stata fatta alcuna analisi tra le diverse possibili alternative per verificare quella capace di evitare in massima misura gli impatti negativi, minimizzando o compensando, in termini ambientali, quelli non ulteriormente evitabili. L’unico studio che ha affrontato marginalmente alcune matrici ambientali risale a novembre 2004, elaborato da Sisplan, che riguardava perlopiù un'indagine sulle linee urbane e sul modello di domanda. Allo studio sono seguiti, per mano del servizio di Via della Provincia di Verona, procedure di verifica di assoggettabilità alle varianti presentate, chiuse tutte con esiti uguali, escludenti la necessità di Via. Il resto è solamente discrezionalità dei gruppi politici di turno che hanno potuto, con questa modalità, cambiare progetto, sistemi e tracciati a proprio insindacabile e spesso incompetente parere. Nessuna assemblea pubblica, in vent’anni, per promuovere partecipazione e condivisione con la popolazione, se si escludono quelle organizzate da associazioni e comitati. Nessun documento disponibile sul sito web, se non mappe con percorsi già definiti, contravvenendo all'obbligatorietà dell’accessibilità ai documenti. Nessuna comunicazione in fase di avvio dei cantieri, con strade chiuse al traffico senza prevedere percorsi alternativi per limitare i disagi. Nessuna comunicazione sul taglio degli alberi, senza rendere noto numero dei tagli, luoghi e motivazioni.

Insomma, per Legambiente non è ammissibile che un progetto come quello del filobus a Verona non sia mai stato assoggettato a procedura di Via (valutazione di impatto ambientale) e suggerisce di assoggetterlo ora, seppur a cantieri ormai aperti.
L'associazione ambientalista, comunque, ritiene irrinunciabile un nuovo modello di trasporto pubblico locale per rafforzare l'attuale servizio. Per questo ha avanzato alcune proposte, oltre a quella di avviare il procedimento per la valutazione di impatto ambientale.

Avviare un processo partecipativo, programmando una serie di incontri nei quartieri di presentazione e di discussione del progetto con la popolazione locale, dove accogliere suggerimenti, modifiche non sostanziali al tracciato e alla localizzazione delle fermate.
Attivare immediatamente un portale dedicato al filobus dove mettere a disposizione tutte le documentazioni relative al progetto e alle varianti, comprendendo anche tutte le autorizzazioni acquisite.
Pianificare, progettare e finanziare i tre parcheggi scambiatori mancanti, ovvero Ca' di Cozzi, Genovesa e Cercola, collegati tra loro sia tramite autobus che dal futuro sistema di trasporto filoviario.
Predisporre sull'intero tracciato una rete di corsie preferenziali perlopiù esclusive per il filobus, limitando quelle promiscue ai soli altri mezzi pubblici e ai servizi d'urgenza.
Concludere nel più breve tempo possibile il piano per la mobilità sostenibile, integrandolo al progetto filobus, quale strumento indispensabile per individuare nuove e efficaci soluzioni viabilistiche che prevedano una sostanziale limitazione del traffico motorizzato privato, l'ampliamento delle ztl e zone a viabilità lenta (zone 20 e 30 km/h) estese a tutte le aree residenziali dei quartieri periferici.
Predisporre politiche e tariffe della sosta che penalizzino economicamente gli stalli in maniera proporzionale alla vicinanza al centro storico.
Adottare e approvare nell'immediato il Regolamento del Verde, recentemente ultimato, e contemporaneamente predisporre il Piano del Verde, in maniera tale da rendere palese le politiche di sostituzione degli inevitabili espianti di alberature, e che siano rese palesi le risorse e i luoghi dove effettuare le necessarie ripiantumazioni a compensazione.

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