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Covid, Veneto aggiorna piano di sanità pubblica. «Più adatto all'attuale scenario»

Più libertà alle aziende sanitarie per definire modalità e frequenza dei test sugli operatori in base al rischio. L'assessore Lanzarin: «La guardia non può ancora essere abbassata e non lo stiamo facendo»

Su proposta dell'assessore alla sanità Manuela Lanzarin, la giunta regionale del Veneto ha aggiornato il piano di sanità pubblica per il Covid-19. «I nostri tecnici - ha detto Lanzarin - hanno basato le premesse sull’attuale scenario epidemiologico, caratterizzato dalla circolazione diffusa di Sars-Cov-2 sul territorio con un impatto meno significativo in termini di malattia rispetto alle precedenti fasi pandemiche. Un contesto che necessita comunque di essere costantemente monitorato in ragione delle caratteristiche del virus e della possibile insorgenza di nuove varianti. La guardia non può ancora essere abbassata e non lo stiamo facendo».

«La strategia regionale - ha spiegato Lanzarin - si aggiorna con misure di sanità pubblica che si adeguano al contesto epidemiologico e si adattano al contesto locale, perseguendo l'obiettivo di adeguamento delle strategie e degli strumenti per attuare le misure di sanità pubblica in un contesto in cui la responsabilità individuale svolge un ruolo sempre più rilevante. Ma anche l'obiettivo di promozione di alcuni principi, per monitorare lo scenario epidemiologico e per adattare la risposta ad eventuali recrudescenze dell’emergenza, e l'obiettivo di adeguamento delle strategie di sorveglianza e prevenzione per alcuni specifici setting».
In tale ottica i programmi organizzati di screening per gli operatori verranno modulati dalle strutture stesse in base allo scenario epidemiologico e al contesto locale e verranno riviste le modalità di accesso alle strutture sanitarie e socio sanitarie.

Relativamente ai programmi organizzati di screening per la ricerca del virus, le aziende sanitarie provvederanno a stratificare il rischio interno e definiranno la modalità e la frequenza di screening, aumentando o riducendo la periodicità per gli operatori in base al reparto o ambito di lavoro a maggior o minore rischio. Per gli operatori in servizio in strutture socio-sanitarie la periodicità dei test di screening verrà definita su valutazione del medico competente, in accordo con il medico coordinatore della struttura e il referente medico per le strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali dell'Ulss di riferimento.
Relativamente agli ospiti delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali verrà effettuato tempestivamente un test all’insorgenza di sintomatologia sospetta per Covid-19 o secondo periodicità definite dal medico coordinatore della struttura in accordo con il referente medico per le strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali dell'Ulss di riferimento.

Permangono, invece, le disposizioni vigenti in presenza di sintomi sospetti e a seguito di contatto stretto e per il termine del periodo di isolamento. Per quanto riguarda l’accesso alle strutture sanitarie e socio sanitarie, nel rispetto di quanto previsto dalla norma, il nuovo piano sottolinea come la sfera relazionale-affettiva rappresenti, soprattutto nello scenario attuale, un importante fattore che deve essere considerato nella pianificazione delle congrue modalità di accesso e di permanenza nella struttura di familiari e visitatori. La pianificazione delle visite dovrà tenere in debita considerazione non solo i bisogni clinico-assistenziali-terapeutici dell'ospite o del paziente ma anche quelli psicologici, affettivi e di supporto.
Rimangono le consolidate misure igienico-comportamentali finalizzate a contrastare la diffusione di patogeni respiratori, come il rigoroso utilizzo della mascherina in tutti i momenti della visita, l'accesso in assenza di segni e sintomi sospetti di infezione respiratoria, igiene respiratoria e quella delle mani.

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