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Coronavirus, contagio non esplosivo. Si potrebbe tornare alla normalità

Nell'aggiornamento diffuso dal presidente del Veneto Luca Zaia, i cittadini positivi al Covid-19 sono aumentati ma con un ritmo inferiore al previsto. «Contagio sufficientemente circoscritto. I divieti potrebbero terminare domenica»

Valutiamo di non prorogare l'ordinanza del 22 febbraio.

Lo ha scritto oggi, 27 febbraio, sulla sua pagina Facebook il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, condividendo un video in cui risponde alle domande dei giornalisti sul coronavirus. L'aggiornamento dato da Zaia sui contagiati dal Covid-19 in Veneto parla di 98 cittadini positivi ai tamponi. Una notizia giudicata positiva dal presidente perché, rispetto alle previsioni, la malattia si diffonde in modo meno esplosivo e inoltre più della metà dei positivi al coronavirus non presentano sintomi. «Pare che il contagio sia sufficientemente circoscritto in questo momento - ha detto Zaia - Questo ci fa ben sperare in un rapido ritorno alla normalità, non reiterando più l'ordinanza che scade domenica».

L'ordinanza a cui fa riferimento Luca Zaia è quella che ha introdotto, anche a Verona dove non ci sono casi di coronavirus, i divieti che hanno limitato alcune libertà dei cittadini a scopo precauzionale. Per tutta questa settimana rimangono chiuse le scuole, ad esempio, ma da lunedì potrebbero riaprire. Come potrebbero riaprire chiese, musei e discoteche e si potrebbe tornare ad assistere agli spettacoli e agli eventi sportivi.

Nel video, maggiori dettagli sui casi positivi al coronavirus in Veneto sono stati illustrati dall'assessore regionale alla sanità e al sociale Manuela Lanzarin, la quale nel corso della giornata di oggi ha dovuto nuovamente aggiornare il conto dei contagiati di fronte ai componenti della commissione sanità dalle Regione. Gli oltre seimila tamponi eseguiti in tutto il territorio regionale hanno dato 116 casi positivi. In gran parte sono asintomatici e quelli che hanno avuto la necessità di un ricovero sono 27. Tra loro, otto sono in terapia intensiva, mentre due sono stati dimessi.
Lanzarin ha messo l'accento sulle risposte offerte dal sistema sanitario veneto e sulle nuove linee guida emanate dall'Istituto Superiore di Sanità sui tamponi, i quali sono previsti solo per i casi sintomatici che provengono da zone infette e per i soggetti con complicanze respiratorie. Per la referente della sanità veneta, il sistema sanitario regionale al momento dimostra di reggere l'urto del coronavirus. Non si è registrata nessuna interruzione nei servizi degli ospedali della rete regionale, ad eccezione del polo di Schiavonia, chiuso e destinato a fronteggiare eventuali picchi di ricoveri. Sono stati disposti acquisti in massa di materiale sanitario e si è provveduto all'assunzione immediata 215 figure professionali della sanità che verranno distribuiti alle diverse Ulss. «Quanto all’impegno economico della Regione, tutte queste spese aggiuntive per test, materiale sanitario, ordinativi aggiuntivi e rinforzo personale, destinato in particolare ai presidi ospedalieri di Padova e Treviso, entrano nella contabilità separata, che presenteremo al Governo - ha dichiarato Lanzarin - C'è l'impegno dell'esecutivo nazionale a rifondere alcune spese, anche se al momento non siamo a conoscenza di alcun provvedimento».
Infine, l'assessore regionale ha spiegato che le scuole di Vo' Euganeo e di Limena rimarrebbero chiuse anche nel caso in cui non venisse reiterata l'ordinanza regionale sull'emergenza coronavirus.

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