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Montorio, il numero dei detenuti cresce e sono quasi 200 oltre la capienza massima

Il garante Margherita Forestan ha illustrato la sua relazione annuale (riferita al 2017) sul carcere veronese durante l'ultimo consiglio comunale

Il consiglio comunale di Verona, giovedì scorso 12 luglio, ha approvato con 22 voti favorevoli e 11 astenuti, le variazioni al bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2018-2020. In particolare, i 4.316.846 euro dell'avanzo di amministrazione 2017 saranno destinati a favore dei servizi sociali, alla manutenzione straordinaria di strade e marciapiedi delle circoscrizioni, ad interventi sulle reti fognarie di Veronetta, alla manutenzione straordinaria di facciate, serramenti, balconi del fabbricato di via Trecca, 2, e alla realizzazione di nuove forestazioni. Accolti dall'assessore al bilancio Francesca Toffali tutti i 4 emendamenti collegati a firma dei consiglieri di maggioranza. Tra questi, in particolare, l'emendamento che destina 250mila euro di maggiori entrate per il progetto di solidarietà comunale "Nuove povertà". Le risorse derivano dalla vendita delle gratuità riconosciute al Comune in occasione di spettacoli extra lirica in Arena.

Approvato, con 22 voti favorevoli, 2 contrari e 7 astenuti, il riconoscimento della legittimità di debito fuori bilancio pari a 602.315 euro nei confronti della ditta Lepanto 2 srl. L'importo rappresenta la parte di quota relativa agli oneri di custodia di 574 veicoli che sono stati affidati alla ditta Lepanto, quale custode, dal 2001 al 2008. A seguito dell'ordinanza del Giudice del Tribunale di Venezia, il Comune di Verona è condannato al pagamento di complessivi 602.315 euro, e di 460.000 euro di capitale, 101.200 di Iva e 41.115 di interessi legali.

Con 26 voti favorevoli e 1 astenuto è stata approvata la mozione a firma del gruppo della Lega, primo firmatario il consigliere Alberto Zelger, che impegna l'amministrazione ad attivarsi in sede locale, regionale e nazionale, perché venga riportata sul territorio la possibilità di decidere sugli orari di apertura degli esercizi commerciali e perché venga riconosciuto il diritto dei lavoratori al riposo almeno nelle principali festività civili e religiose.

Approvato, con 25 voti favorevoli e 2 astenuti, l'ordine del giorno con primo firmatario il consigliere Daniela Drudi, che invita l'amministrazione ad organizzare come progetto pilota nei prossimi mesi estivi alcune serate culturali, individuando in Piazza dei Signori il luogo più idoneo per bellezza, fruibilità e sicurezza.

Approvato all'unanimità, con 26 voti favorevoli, l'ordine del giorno a firma del gruppo consiliare PD, primo firmatario Elisa La Paglia, che invita il consiglio regionale a procedere all'aggiornamento della programmazione regionale delle impegnative di ricovero, superando le differenze fra territori della Regione.

Ad inizio seduta il garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Verona Margherita Forestan ha illustrato al consiglio la relazione sull'attività svolta nel 2017.

A fine 2017 - ha spiegato la garante - le persone detenute a livello nazionale sono salite ad oltre 57mila, 3mila in più rispetto al 2016 e i posti disponibili sono sempre 50mila circa. In riferimento al carcere di Montorio, la popolazione carceraria è passata dai 470 detenuti del 2016 ai 513 del 2017, con 196 detenuti in eccesso rispetto alla capienza della struttura. I dati più recenti ci indicano nel 34% del totale della popolazione detenuta è composta da persone coinvolte nel mondo della droga, con in crescita il numero di cittadini stranieri provenienti dall'area del Maghreb e Centro Africa. Una situazione che accresce indubbiamente le situazioni di disagio all'interno dell'istituto penitenziario. Da considerare che gli episodi di violenza e di sopraffazione registrati nel 2017 sono stati 1.429, tra i quali risultano più frequenti: incendi dolosi, danneggiamenti gravi, risse, manifestazioni di protesta collettive, tentati suicidi; e nei confronti del personale: aggressioni, minacce e oltraggio. Sono stati 545 i colloqui individuali e 12 di gruppo tra il garante e le persone detenute. Nonostante i 142 giorni trascorsi in carcere il tempo non basta mai e le richieste spaziano dal privato al mondo della pena, dalla spiegazione dei contenuti delle sentenze alla verifica delle istanze, dai solleciti alle istituzioni alle necessità mediche, dalle piccole proteste alle proposte collettive alla semplice necessità di una parola di sostegno. Questi i principali problemi che emergono: la territorialità della pena; la necessità di rendere più facili gli accessi dei famigliari; la difficoltà di produrre i documenti familiari e telefonici per poter chiamare le famiglie, soprattutto in paesi dove non esistono uffici anagrafici; il problema del lavoro e la richiesta di accedere alle comunità terapeutiche da parte della popolazione carceraria sia italiana che straniera.

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