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Variante 23, in consiglio comunale l'analisi degli oltre 500 emendamenti

Al momento ne sono stati valutati 180 e di questi 27 sono stati accolti. L'assise tornerà a riunirsi la prossima settimana per proseguire l'esame dei rimanenti e per votare la proposta di delibera

Dopo il primo dibattito di mercoledì 13 giugno, il consiglio comunale di Verona ha cominciato ad esaminare i 563 emendamenti presentati per modificare la Variante 23 al Piano degli Interventi. Dei 180 emendamenti finora esaminati dagli uffici ne sono stati accolti 27 dall'assessore all'urbanistica Ilaria Segala, di cui 18 a firma del gruppo PD (consiglieri Padovani e La Paglia), 7 di Battiti per Verona (consiglieri De Marzi, Perbellini e Bressan) e 2 a firma del capogruppo Verona Civica Tommaso Ferrari.

Degli emendamenti PD accolti, 17 sono a firma della capogruppo Carla Padovani, dei quali due per la realizzazione di una rotatoria tra via Galvani, via Melfi e via Marin Faliero e tra via Gardesana e via Basson, e tre come raccomandazioni, per la realizzazione di una pista ciclabile dalla Croce Bianca alla Bassona, di un tratto di pista ciclopedonale lungo Corso Milano e di una rotatoria fra via Liruti e via Sant’Annone. Degli emendamenti del consigliere Elisa La Paglia, invece, accolto il mantenimento ad area agricola di un ampio spazio di terreno su via Valpolicella a Parona. Trasformati in ordini del giorno, invece, due emendamenti del consigliere PD Stefano Vallani.

Tutti respinti in fase di votazione i restanti emendamenti. Il consiglio comunale di Verona tornerà a riunirsi la prossima settimana per proseguire l'esame di tutti i restanti emendamenti e per votare la proposta di delibera.

Dei 568 emendamenti alla Variante 23, ben 407 sono stati presentati dal consigliere di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco, il quale ha voluto manifestare il proprio dissenso nei confronti dell'attuale amministrazione.

Se si voleva dare un segno di discontinuità con la programmazione urbanistica di Tosi e Giacino, si dovevano revocare le Varianti 22 e 23 e ripartire con un modello urbanistico differente - ha detto Bertucco - Pur rimodulata, la Variante 23 si pone invece in scia con la programmazione urbanistica più strampalata che la città abbia mai visto in tutta la sua storia. La rimodulazione elimina i centri commerciali ma mantiene le grandi aree commerciali e dal punto di vista dell'edilizia residenziale promuove ulteriore carico urbanistico a San Massimo e Chievo dove non c'è alcun bisogno reale e andando ad utilizzare terreno agricolo anziché rigenerare il tessuto urbano esistente. Per quanto ridotto, dunque, l'impatto della Variante 23 rimodulata non è trascurabile né accettabile.

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