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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Assemblea di Confindustria, Boscaini: «Verona diventi città metropolitana»

Per il presidente degli industriali scaligeri, al territorio non manca nulla per questo cambio amministrativo. La vicesindaca Bissoli: «Non avere strumenti e risorse riservate alle città metropolitane ci limita»

Per la sua grandezza, per la sua popolosità, per la sua dinamicità economica e per la sua capacità di attirare studenti e turisti, Verona può diventare "città metropolitana". Ne è convinto il presidente della Confindustria scaligera Raffaele Boscaini, che ha lanciato questo obiettivo ieri, 2 ottobre, durante l'assemblea pubblica annuale degli industriali, organizzata all'interno della Pedrollo di San Bonifacio.

Un messaggio politico, dunque, quello lanciato da Boscaini. E non è stato neanche l'unico, in un'assemblea intitolata "Dialoghi" perché incentrata proprio sul dialogo tra diversi ambiti della società: quello economico, ovviamente, ma anche quello scientifico e tecnologico, quello artistico e appunto anche quello politico. Perché nell'idea di Boscaini, l'azienda è un punto d'incontro tra vari aspetti. Un'azienda che non è dunque solo lavoro, produzione e profitto, ma anche ricerca dell'innovazione e dell'estetica. Un'azienda che non è slegata dal territorio in cui è attiva e che può ritagliarsi anche un ruolo di stimolo politico.

Uno stimolo che nell'intervento di ieri di Boscaini è stato anche critico. «Affrontiamo eventi straordinari: il rincaro dell'energia, l'aumento dei tassi di interesse e le forniture di grano che sono ostaggio di una guerra - ha detto il presidente di Confindustria Verona - Tutti eventi che hanno ribaltato il mondo e che non si affrontano punendo le imprese. Avere un nemico è utile elettoralmente, ma quando il nemico è chi crea valore per tutti è autolesionismo. Vedo alcuni fenomeni che non mi piacciono. Il mercato non è perfetto ma è il sistema migliore che conosciamo per regolare gli interessi di chi produce e di consuma. Non mi riferisco solo a questo Governo, ma abbiamo visto che, di fronte a circostanze difficili da gestire, la tentazione di interferire è forte e si passa ai fatti con disinvoltura».

Mentre più suggestivo e interessante dal punto di vista locale è stato l'invito ad impegnarsi tutti insieme per fare in modo che Verona diventi una città metropolitana. Questo cambierebbe la geografia amministrativa del territorio scaligero che non avrebbe più un ente come quello della Provincia, ma avrebbe un Comune capoluogo con competenze più ampie e con una visione che andrebbe oltre i suoi confini, abbracciando l'intero territorio, dalla Bassa al Lago di Garda.
Per Boscaini, il passaggio a città metropolitana sarebbe per Verona un salto evolutivo importante. Un pensiero condiviso anche dalla vicesindaca del Comune di Verona Barbara Bissoli: «Verona e la nostra provincia, per numero di abitanti, per attrattività turistica e industriale nazionale e internazionale, per la posizione geografica e per la diversificazione del proprio territorio, oggi più che mai avverte i limiti di non poter beneficiare degli strumenti e delle risorse riservate alle città metropolitane, anche in chiave di progettualità integrata. È pertanto un nostro preciso obiettivo lavorare per non privare oltre Verona di tale imprescindibile opportunità».

Infine, la richiesta di dialogo e collaborazione lanciata ieri da Boscaini è stata raccolta da Giuseppe Bozzini coordinatore di Uil Verona e Uil Veneto: «Indubbiamente le aziende rappresentano un importante luogo economico di incontro tra saperi, culture ed esperienze e per questo vanno valorizzate e sostenute, ma dentro un quadro sociale in cui le persone possano trovare la loro identità, l’indipendenza economica e la giustizia sociale. Per rafforzare il sistema Verona debbono concorrere insieme imprese, sindacato e politica. È fondamentale recuperare efficienza e produttività del sistema riducendo burocrazia e costi impropri. Dobbiamo impegnarci affinché le tasse pesino di meno, così potremmo favorire la ripresa economica ed i consumi. Siamo disponibili a confrontarci con Confindustria per creare un disegno strategico per Verona: reintrodurre attività e competenze che sono state esternalizzate dalle imprese. Facendo squadra insieme potremmo ricomporre quel tessuto produttivo che è stato frantumato dalla rincorsa alla riduzione del costo del lavoro con delocalizzazioni selvagge, terziarizzazioni di intere attività produttive e frammentazioni contrattuali».

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