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I live dopo il lockdown: Timothy Cavicchini ci racconta la sua ripartenza

Intervista a Timothy Cavicchini, «Non buttatevi via! Un artista ha il suo valore, non può essere svenduto»

La grave emergenza sanitaria che ci ha invaso, non solo ha fermato qualsiasi attività, ma ci ha spento pure una delle più antiche valvole di sfogo, la musica! Come i negozi ed i ristoranti,  pure i teatri, gli anfiteatri e i templi della cultura hanno spento le loro luci. Ed ora che tutto sembra ripartire, il mondo della musica sembra essere il più lento, affaticato e colpito da questa tremenda ondata. Diversi sono gli artisti con cui abbiamo parlato, durante la fase di lockdown, ma ora che all'orizzonte si intravede un briciolo di speranza, cosa ne penseranno gli addetti ai lavori, e chi vive dell'energia che un palco regala ogni volta che viene calcato?

Abbiamo deciso di parlarne con Timothy Cavicchini, un vero rocker, dalla voce penetrante e graffiante, ed un lungo percorso che lo ha portato dalla finale di The Voice 2013, al ruolo di giudice nella famosa trasmissione "All Together Now" con Michelle Hunziker e J-Ax.

Ecco l’intervista esclusiva concessa da Timothy Cavicchini a noi di VeronaSera

Come avete vissuto come band il periodo del lockdown ?

Svegliarsi la mattina e ritrovarsi senza nulla; incredibile ma è andata proprio così. Il 23 febbraio, ho realizzato, che avrei dovuto annullare, più di 100 eventi, tra band e acustico e che di fatto, mi sarebbe cambiato la vita, beh è cambiata eccome. I primi 2 mesi, ho messo mano al mio "gruzzolo" e li ho passati a casa con i miei bimbi, non avrei potuto fare altrimenti, non essendoci la possibilità, di portarli dalla nonna, poi, con la coda tra le gambe, sono tornato nel mondo del lavoro manuale.

Pensi che il mondo della musica sia stato trascurato in qualche modo?

Effettivamente, la conoscenza del sistema "musica" in Italia è limitatissima, ma oltre "alla classifica televisiva", c'è un mondo, che giorno per giorno appassisce, tecnici, ingegneri, fonici, manager, agenti, ma soprattutto muoiono i musicisti che vivono di lìve e non di SIAE, di fatto la musica nei locali, nelle piazze, nei club, è sparita e sarà difficile farla tornare, non tanto per la legge, ma per un sacco di altri aspetti, quali le economie, ma soprattutto la paura della gente.

Cosa si sarebbe potuto fare di diverso nel tuo settore?

Sono sincero, probabilmente l'unica cosa da fare è ciò che è stato fatto, ma sarebbe splendido, se durante questa ripartenza, i big da stadi, da palazzetti, prendessero 2/3 artisti "minori" e gli dessero un pó di quello spazio, per agevolare appunto una ripartenza più totale.

Come stai vivendo la ripresa?

Sono tornato a lavorare, come quando avevo 20 anni, 8/9 ore al giorno, tra magazzino e furgone e va bene così, vorrei che la mia famiglia mantenesse il sorriso il più a lungo possibile, ma sono già ripartito anche con la musica, l'acustico comincia a fare capolino in alcuni club estivi ed il disco, con Nicolò Fragile, sta procedendo.

Come sarà il mondo della musica post Covid ?

Ammesso che questo virus possa restare solo un incubo, confido in una ripartenza che sarà, per la musica, molto lenta, partirànno i big, perché gli introiti dei grandi sono importanti per altrettanta gente, poi piano piano ripartirànno i club, già quest'inverno presumo, io spero di consumarmi di unplugged... Un consiglio, non svendetevi, avete un valore, lo meritate, piuttosto fate come ho fatto io, salite su un furgone e lavorate, ma non buttatevi via, un artista, è un artista, con 1 o con 100 live, ma il suo valore non può essere svenduto.

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