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Martedì, 23 Aprile 2024
Attualità Borgo Trento / Piazzale Aristide Stefani

Citrobacter a Borgo Trento, Bigon: «Si intervenga con rigore e in fretta»

Procure e commissioni sono al lavoro per far luce sulle ripetute infezioni che hanno coinvolto circa 12 neonati in meno di due anni. Ma intanto il punto nascite dell'ospedale resta ancora chiuso

Oltre alla Procura di Genova e a quella di Verona, le quali dovranno individuare i responsabili di eventuali illeciti penali, ci sono anche due commissioni ispettive al lavoro sul «caso citrobacter» emerso nell'ospedale di Borgo Trento. La prima di queste commissioni è stata creata dall'Azienda ospedaliera universitaria integrata (Aoui), responsabile del nosocomio veronese dove in meno di due anni circa dodici neonati avrebbero contratto un batterio, il citrobacter koseri. Tre di loro sono deceduti, altri hanno riportato lesioni che hanno provocato disabilità gravi. Ed oltre alla commissione dell'Aoui, da una settimana è all'opera anche quella nominata dalla Regione Veneto per fare piena luce sulla vicenda.

Nel frattempo, per precauzione, il punto nascita di Borgo Trento è stato chiuso, anche se resta a disposizione in caso di parti di emergenza, e le terapie intensive neonatale e pediatrica sono state spostate. E i giorni passano. Ne sono passati quasi 20 e la situazione non è ancora tornata alla normalità. Un po' troppo tempo per la consigliera regionale del Partito Democratico Anna Maria Bigon, che ha chiesto alla Regione di «intervenire con il massimo rigore, ma in fretta».
«Una mamma con un parto complicato o un bambino in fase post operatoria devono rivolgersi a strutture ospedaliere fuori provincia, andando a Vicenza o a Padova; non è ammissibile», ha aggiunto Bigon, la quale ha intenzione di chiedere l'istituzione di una commissione consiliare di inchiesta su quanto accaduto.

E poi ci sono i sospetti che il citrobacter non sia presente solo a Borgo Trento, ma che si sia annidato anche in altri ospedali veronesi. Alcuni bambini che si sono infettati, infatti, non erano nati nell'ospedale di Verona, ma erano nati a San Bonifacio o a Villafranca. I piccoli erano stati trasferiti a Borgo Trento per delle particolari cure e quindi è necessario capire dove hanno contratto il batterio killer. Per la madre del bimbo nato a San Bonifacio e rimasto disabile a causa del citrobacter non ci sono dubbi: l'infezione è avvenuta a Borgo Trento. E neanche il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Manuel Brusco sembra avere dubbi, anzi per lui certi sospetti non dovrebbero essere alimentati, altrimenti si «semina il panico tra gli utenti delle sanità pubblica - scrive - Così si affossano presidi ospedalieri, si lasciano scoperti interi territori, si fanno riversare gli utenti su altri ospedali, che magari non sono nemmeno pubblici, ma privati convenzionati e quindi ben volentieri lucrano su questa condizione».

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