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Martedì, 30 Aprile 2024
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Fimmg Veneto: «Bando per la formazione dei medici di base è in ritardo»

Maurizio Scassola, segretario regionale della Federazione italiana dei medici di medicina di generale del Veneto ha espresso disappunto e preoccupazione. Lanzarin replica: «Ci sono questioni da risolte a livello nazionale»

Il 2022 è quasi finito e non c’è ancora traccia del bando di concorso per l’ammissione al corso di formazione specifica in medicina generale per il triennio 2022-2025. A sottolinearlo è stato il dottor Maurizio Scassola, segretario regionale di Fimmg Veneto (Federazione italiana dei medici di medicina di generale), esprimendo disappunto e preoccupazione per il ritardo. Un ritardo di cui la Regione Veneto non è responsabile, come spiegato nella sua replica dall'assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin: «Ci sono alcune questioni che devono ancora essere risolte a livello nazionale».

Il problema della carenza dei medici di base non è ancora stato risolto. E di sicuro non si risolverà presto se non si formano nuovi dottori, i quali dovranno prendere il posto dei colleghi che andranno in pensione nei prossimi anni, oppure dovranno svolgere il proprio lavoro in quei territori sprovvisti di medici di famiglia. Ma la formazione dei futuri medici di base passa dal corso triennale in medicina generale. Corso che per il triennio 2022-2025 non può ricevere iscritti perché non è stato ancora pubblicato il bando di concorso per le ammissioni.
Un ritardo interpretato da Fimmg Veneto come «un ulteriore indicatore negativo sulla volontà della Regione di prendere iniziative strutturali per sostenere il superamento di questo periodo emergenziale». E l'emerganza della mancanza di medici di famiglia potrebbe inoltre essere mitigata dai medici in formazione, i quali hanno la possibilità di assumere incarichi durante il periodo formativo. «Questo, dunque, amplifica il nostro disappunto - ha dichiaratato Maurizio Scassola - Ogni ritardo di programmazione viene da noi interpretato come una precisa scelta politica. Ostacolare, anche solo per inerzia burocratico-amministrativa, il ricambio generazionale pone quesiti sulla reale volontà della Regione Veneto di credere e investire nell'assistenza primaria».

«Non c’è alcuna inerzia della Regione Veneto», ha replicato l'assessore regionale Lanzarin, secondo cui «le Regioni sono allineate per uscire in modo coordinato con il bando ordinario, ma ci sono alcune questioni che devono ancora essere risolte a livello nazionale».
Del ritardo, dunque, la Regione Veneto non avrebbe colpe. «Per esempio, oggi c'è la copertura finanziaria ma non il riparto tra le Regioni e manca ancora la convergenza sui fondi previsti dal cosiddetto "Decreto Calabria", per il quale lo schema di avviso non è ancora in Commissione Salute delle Regioni in quanto manca la comunicazione da parte del Ministero sul numero di posti e sull’utilizzo dei fondi entro il 31 dicembre 2022», ha spiegato Manuela Lanzarin, che ha inoltre confermato «che in Veneto i pensionamenti previsti tra il 2023 e il 2025 sono 462, contro 700 giovani medici che si diplomeranno nello stesso periodo. Non c’è quindi nessun ritardo e nessuna diminuzione dei numeri programmati».

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