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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Cannabis light. Dopo le parole di Salvini, lo scontro si accende anche a Verona

Al premier leghista ha risposto Alessia Rotta, mentre le parole d'appoggio di Federico Sboarina è arrivata la secca replica di Elisa la Paglia: «L’ennesima battaglia ideologica che raccoglie dalla parte più retriva e reazionaria della sua maggioranza»

Infuria ancora una volta la polemica sulla cannabis light. A dar vita alla discussione è stato il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che si è scagliato contro le attività nate negli ultimi mesi per vendere questo prodotto: «La droga è un'emergenza nazionale: da domani darò istruzioni agli uomini della sicurezza per andare a controllare uno per uno i presunti negozi turistici di cannabis, luoghi di diseducazione di massa. Vanno sigillati uno per uno».
Parole che hanno provocato un nuovo scontro con gli alleati di Governo del Movimento 5 Stelle. «Dopo aver messo in panchina il sottosegretario della Lega Armando Siri, indagato per corruzione in un’inchiesta dove c’è di mezzo anche la mafia, come chiedeva il MoVimento 5 Stelle, scorgo un po’ di nervosismo da parte di qualcuno e mi dispiace», ha scritto su Facebook il ministro del Lavoro Luigi Di Maio, mentre il premier Giuseppe Conte ha sottolineato: «Ho un'agenda con un'ordine del giorno molto fitto, questo non è all'ordine del giorno».

Il leader della Lega però ha rincarato: «Se qualcuno pensa di trasformare lo Stato in uno spacciatore, avrà nel sottoscritto un avversario irriducibile. Il governo non è e non sarà mai in discussione per qualche poltrona in più o in meno, ma sulla tutela della salute dei nostri figli e sulla lotta ai venditori di morte non negoziamo». E ancora: «Dico a Luigi Di Maio che combattere la droga significa anche combattere la mafia, come dimostrano gli arresti delle ultime ore contro il clan Casamonica. Mi aspetto che il senatore dei 5Stelle Mantero ritiri la proposta sulla droga libera. Non è nel contratto di governo e non voglio lo Stato spacciatore». 
Parole che cozzano con le dichiarazioni dello stesso Di Maio: «Non se ne può più! C`è un contratto, portiamolo avanti. Iniziamo a farlo con un tavolo che concretizzi in tempi rapidi la Flat tax e il salario minimo. Non a caso hanno ricominciato a parlare di grembiulini, armi, province e ora arrivano persino ad inventarsi che siamo a favore della droga». 

I FAVOREVOLI - «Sosteniamo con forza la battaglia del Ministro dell’Interno Matteo Salvini per la chiusura di tutti i ‘cannabis shop’ che non fanno altro che incentivare il consumo di sostanze illegali. In un momento storico in cui si è abbassata l’età media di primo consumo di stupefacenti e in cui i giovani hanno facile accesso allo ‘sballo’, è necessario bloccare la diffusione di questi negozi che risultano essere un primo e pericoloso approccio all’illegalità. La droga non è ‘light’, non è aggregazione e non è divertimento: è soltanto distruzione». Queste le parole diffuse dei sindaci di Vicenza e Treviso Francesco Rucco e Mario Conte, alle quali si sono aggiunte anche quelle di Federico Sboarina, sindaco di Verona, che a TgVerona ha dichiarato: «Auspico che vengano presto dichiarati fuorilegge i cannabis shop per permettere alle forze dell'ordine di presidiare anche questo fenomeno». 

GLI OPPOSITORI - Le parole di Salvini hanno scatenato anche le reazioni di chi non condivide il pensiero del vicepremier leghista, come ad esempio Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Partito Democratico: «L’arma di distrazione di massa imbracciata oggi da Salvini sono i cannabis shop. Il vicepremier getta fumo negli occhi degli italiani parlando dalle piazze della sua campagna elettorale e cerca così di far dimenticare i problemi in cui il suo governo ha gettato il Paese. Salvini si accanisce contro la cannabis legale e si dimentica, da ministro dell’Interno, di combattere la droga in mano alla criminalità organizzata internazionale.
Del resto – sottolinea la deputata Dem - in questi mesi ha usato il suo ruolo non per combattere le mafie o per rendere più sicuro il Paese, ma solo come tribuna per la propaganda a spese degli italiani.
Salvini non ci stupisce più: se oggi, strumentalmente, dichiara guerra alla cannabis “light”, qualche tempo fa invece, da consigliere comunale a Milano, parlava di legalizzazione delle droghe leggere. Ma ormai – conclude - lo sappiamo, c’è un Salvini per tutte le stagioni». 

Alle parole di Sboarina ha replicato invece Elisa La Paglia, consigliera comunale per il PD a Verona: «Quella sulla cannabis light è l’ennesima battaglia ideologica che il Sindaco raccoglie dalla parte più retriva e reazionaria della sua maggioranza.
Dopo aver strumentalizzato la famiglia per promuovere teorie assurde sul ruolo della donna e contro gli omosessuali ora prende di mira i giovani in nome di convinzioni morali prive di verificati dati scientifici a soli fini propagandistici.
A Sboarina sarebbe bastato partecipare martedì 7 Maggio alla serata organizzata dalla seconda Circoscrizione presso le scuole Provolo in collaborazione con il dipartimento di Medicina delle Dipendenze dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona e del Centro lotta alle Dipendenza Clad Verona per capire che le vere emergenze tra i giovani Veronesi si chiamano tabacco, alcool, antidepressivi, abuso di nuove tecnologie.
Mentre è scientificamente dimostrata la correlazione tra uso tabacco e alcool e droghe pesanti come la cocaina, non è stata accertata finora la medesima correlazione tra cannabis e droghe pesanti, tanto meno se si parla di cannabis light.
Ma al di là della scienza, che notoriamente interessa poco ai creazionisti e negazionisti, sono i numeri a parlare: una indagine scientifica recentemente elaborata dal dott.Zamboni su un campione di 628 giovani del territorio veronese e mantovano evidenzia che è ancora troppo alto il consumo di tabacco (fuma il 16,75% dei minorenni mentre il 21,94% dei giovani fa uso continuativo di tabacco) nonché l’abuso di alcool. Poco più del 60% dei giovani maschi intervistati e poco meno del 50% delle giovani donne hanno ammesso di essersi presi almeno una ubriacatura negli ultimi sei mesi. Ben il 6,97% del campione elaborato ammette inoltre di fare uso di benzodiazepine, che sono fortissimi psicofarmaci di cui è purtroppo molto comune l’abuso tra i giovani, oltre il 23% le assume senza prescrizione.
Le “canne” sono passate di moda ma sono utili a fare foto coi cani antidroga e a nascondere i veri temi su cui bisognerebbe intervenire.
Nei giovani l’assunzione di tabacco e l’abuso di alcool sono correlati a malesseri e disturbi psichici e psicologici come depressione e ADHD (Sindrome di da deficit di attenzione e iperattività) con conseguenze nefaste sulla formazione scolastica e intellettuale. Molto più che con l’uso di droghe. Chi fuma corre rischio maggiori di sviluppare ansia, depressione, consumo problematico di alcol e uso di sostanze e il 17% dei nostri giovani fuma. Vogliamo occuparcene invece di inseguire la facile propaganda di Salvini?
Chiedo allora di finirla con l’ideologia e la strumentalizzazione dei giovani a fini politici e propagandistici. Si dia corso alla richiesta di audizione in commissione consiliare (risalente ancora a gennaio 2019) del Responsabile del Servizio di medicina delle Dipendenze presso l’Aoui di Verona Dott. Fabio Lugoboni per approfondire questi aspetti del mondo giovanile e studiare insieme ai veri esperti le iniziative migliori da prendere, non certo con gli allarmisti da strapazzo che fanno più danni che altro. Il Comune ha ora a disposizione l’Osservatorio OPERA per la prevenzione in età scolare, gli si diano dati reali e scientifici su cui lavorare, non le convinzioni ideologiche e morali del sindaco».

LA CANNABIS LIGHT È DAVVERO UN PROBLEMA? Il duro sfogo di Salvini dal quale è nata questa polemica, nasce incontro avvenuto al Viminale tra i ministri dell'interno e della famiglia con i rappresentanti delle comunità terapeutiche.
Proprio quest'ultime però hanno preso le distanze dalle parole del vicepremier leghista. «È come guardare il dito invece della luna. L’Istituto Superiore di Sanità ha dichiarato che in Italia, lo scorso anno, sono state rilevate più 100 nuove sostanze psicoattive. È su questo che dobbiamo concentrare la nostra attenzione», ha spiegato Riccardo De Facci, presidente del CNCA, il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, affermando inoltre che visto la sua delicatezza e complessità è un tema «da tener fuori da qualsiasi intento di propaganda».
La cannabis light deve contenere una percentuale di principio attivo (thc o tetraidrocannabinolo) inferiore allo 0.2% e le viene attribuito un effetto rilassante ma non psicotropo, a differenza delle varietà vendute illegalmente. Allo stato attuale pertano non risulterebbe esserci alcuna conferma scientifica che avvalori la battaglia lanciata dalla Lega, che secondo i suoi detrattori servirebbe a distrarre gli italiani sul "caso Siri" e sui presunti collegamenti tra il partito e le frange più estreme della destra, in vista delle elezioni fissate per il 26 maggio. 
Infine Salvini pare confondersi quando mette in relazione la cannabis light con la lotta alla mafia e gli arresti contro il clan Casamonica: non è infatti questo il mercato che riempie le casse della malavita organizzata. Al contrario c'è chi sostiene che questi prodotti sottrarrebbero "clienti" agli spacciatori, riducendo così gli "incassi" della mala, come ad esempio l'European Economic Review, il quale ha pubblicato uno studio secondo cui «l’apertura dei canapa shop in Italia ha diminuito lo spaccio del 12 %». 

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