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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Attualità Borgo Trento / Piazzale Aristide Stefani

Cambia il regolamento, salme dei defunti preparate dalle imprese funebri

La novità scatta a luglio negli ospedali di Borgo Trento e Borgo Roma. Un successo per la vedova Elena Temporin, la quale aveva lamentato un trattamento non dignitosi per la preparazione della salma del marito

Dal mese prossimo, prima a Borgo Roma e poi a Borgo Trento, scatteranno le novità sulle modalità di vestizione e preparazione delle salme per i funerali. Secondo il nuovo regolamento, non dovrà essere più il personale dei due ospedali, ma gli operatori delle imprese funebri ad occuparsi della preparazione del defunto o della defunta per la cerimonia. Il cambiamento è stato comunicato lo scorso 24 maggio ed entrerà in vigore dall'8 luglio a Borgo Roma e dal 29 luglio a Borgo Trento.

E dietro questo piccolo cambiamento c'è la storia di Elena Temporin, una donna di 52 anni di Sona rimasta purtroppo vedova nel novembre dell'anno scorso. Suo marito, Marco Mazzi, è deceduto a causa di un malore a 49 anni e i suoi familiari acconsentirono all'espianto degli organi, con la sola richiesta che il corpo fosse presentabile per il funerale. Richiesta che, secondo la donna, non è stata soddisfatta. «La salma era tutta gonfia e irriconoscibile, in avanzato stato di decomposizione: evidentemente, non era stata conservata in cella frigorifera e non era stata pulita - aveva dichiarato Elena Temporin - Siamo rimasti tutti indignati. Mio marito era un uomo meraviglioso, al suo funerale c’erano più di trecento persone. Non meritava questo trattamento da morto, questa mancanza di cura e rispetto. Non riesco a capacitarmi di come, nel terzo millennio e in una struttura come l'ospedale Borgo Trento di Verona, possano capitare fatti del genere, frutto di scarsa organizzazione e considerazione nei confronti dei defunti e delle loro famiglie».
La donna si è rivolta, attraverso il consulente personale Riccardo Vizzi, alla società Studio 3A-Valore. È stata inviata una formale lettera di reclamo alla direzione sanitaria chiedendo chiarimenti sull'accaduto. L'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata replicò subito alla segnalazione di Elena Temporin, la quale ottenne comunque un incontro con cinque dirigenti dell'Ulss 9. «Quando hanno visto le foto di mio marito prima e dopo sono rimasti profondamente scossi anche loro, le coscienze si sono smosse, come speravo - ha raccontato la donna - Le scuse formali, quelle non me le hanno fatte, ma mi hanno garantito che avrebbero cambiato il regolamento e l'impegno è stato mantenuto. La mia denuncia l'ho fatta soltanto per questo, perché quello che è capitato al funerale di mio marito non ricapiti più».

Le nuove disposizioni sulla vestizione delle salme hanno però destato proteste tra le imprese. Perplessità comunque legate al ridotto lasso di tempo (45 minuti) concesso per predisporre i defunti. E dunque possibile che il regolamento venga di nuovo rivisto. «Ma sul principio che sia il personale delle imprese a cui i familiari si rivolgono a preparare le salme credo siamo tutti d'accordo - ha concluso Elena Temporin - È la migliore garanzia sia per i patenti del defunto sia per le stesse imprese che poi devono rispondere del funerale».

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